venerdì 25 marzo 2011

Ripassando un po' di storia

1911: Il liberale Giolitti scatena una guerra coloniale contro la Turchia che dominava la Libia. Un contrattacco arabo-turco sorprende i bersaglieri italiani e ne uccide 500. La repressione è spietata: oltre 2000 arabi sono fucilati o impiccati e 5.000 vengono deportati in Italia.

1930: La resistenza libica era molto forte in Cirenaica. Il generale Rodolfo Graziani, inviato da Mussolini, mette “a ferro e fuoco” tutta la zona. Confisca i centri spirituali e assistenziali e sbarra con campi minati la frontiera con l’Egitto, annienta le mandrie e brucia i raccolti, usa gas e armi chimiche contro i civili. Tutta la popolazione dell’altopiano della Cirenaica, cento mila libici, viene deportata in campi di concentramento nel deserto della Sirte. In 40mila moriranno per fame, epidemie, violenze, uccisioni. Per tre anni staranno rinchiusi in questi campi delimitati da doppio filo spinato. Ogni atto di ribellione o tentativo di fuga era punito con la morte. L’impiccagione avveniva a mezzogiorno, al centro del campo, dove tutti erano costretti a radunarsi. Ogni giorno, dicono i sopravvissuti, 50 cadaveri uscivano dal recinto.

1943: Finisce il periodo coloniale italiano in Libia. Nonostante un sistema infrastrutturale e civico l’eredità italiana è disastrosa: il 94% della popolazione è analfabeta, la mortalità infantile è al 40%, il reddito procapite non supera le 16 sterline all’anno, la struttura sociale è arretrata e solo 13 libici sono laureati, tra di loro non c’è nessun medico.

1956: Un trattato (ratificato con legge n. 843/1957) con il quale l’Italia acconsentiva al passaggio di proprietà di tutte le infrastrutture costruite dagli italiani in Libia e inoltre si impegnava a ripagare all’ex colonia i danni dell’occupazione.

1 settembre 1969: Tutto il governo italiano applaudì l’ascesa incruenta di Gheddafi che favorì la caduta della monarchia filo-occidentale del re Idris.

21 luglio 1970: Gli italiani furono privati di ogni loro bene, compresi i contributi assistenziali, finché furono costretti a lasciare il Paese entro il 15 ottobre del 1970. Dal 1970, ogni 7 ottobre in Libia si celebra il “Giorno della vendetta”, in ricordo del sequestro di tutti i beni e dell’espulsione di 20.000 italiani.

1976: Andreotti instaura un rapporto “molto franco” con Gheddafi. Plaude al libretto verde. Più tardi ne regalerà copia a Reagan.

1979: Gheddafi affida al regista siro-americano Mustafà Akkad l’incarico di girare in Cirenaica un Kolossal sulla resistenza libica contro gli italiani. A Cannes ottiene un buon successo ma non sarà mai ufficialmente proiettato in Italia. “Il film è sgradito” dirà il sottosegretario agli esteri Costa nel 1981 e nel 1987 una proiezione a Trento verrà proibita dalla Digos.

15 aprile 1986: Dopo un attacco alla discoteca La Belle di Berlino: 3 morti (2 dei quali sottufficiali statunitensi e centinaia di feriti) Gheddafi fu attaccato militarmente per volere del presidente statunitense Ronald Reagan: il massiccio bombardamento ferì mortalmente la figlia adottiva di Gheddafi, ma lasciò indenne il colonnello, che era stato avvertito del bombardamento da Bettino Craxi, allora Presidente del Consiglio in Italia. A seguire Gheddafi lanciò due missili Scud B contro l’isola di Lampedusa. Gli ordigni, fortunatamente, caddero in mare. La reazione militare italiana fu un pattugliamento delle acque di Lampedusa.

21 dicembre 1988:
Esplode un aereo passeggeri sopra la cittadina scozzese di Lockerbie: perirono tutte le 259 persone a bordo oltre a 11 cittadini di Lockerbie. L’ONU attribuì alla Libia la responsabilità di questo attentato aereo e chiese al governo di Tripoli l’arresto di due suoi cittadini accusati di esservi direttamente coinvolti. Rifiuto di Gheddafi. Le Nazioni Unite approvarono la Risoluzione 748, che sanciva un pesante embargo economico contro la Libia. Nel febbraio 2011, intervistato dal quotidiano svedese Expressen, l’ex ministro della giustizia Mustafa Mohamed Abud Al Jeleil ed attuale leader dei rivoltosi ha ammesso le responsabilità dirette del colonnello Gheddafi.

1989: A un vertice del G7 a Tokyo, nell’ 89 Reagan raccomandò Andreotti nell’aver mano ferma con il demone libico. Andreotti lo assicurò: “ma è un uomo leale ed ha un grande spirito religioso. Credo che quasi certamente finanziò gli integralisti islamici nel mondo, all’inizio, ma ora non più”.

Luglio 1998: Durante l’accordo Dini-Mountasser l’Italia “ esprime rammarico per le sofferenze arrecate al popolo libico a seguito della colonizzazione” e accetta le trentennali richieste libiche: aiuto ai tecnici libici per individuare i vecchi campi minati, risarcimento delle vittime saltate su quegli ordigni dimenticati e indagine sulla sorte dei deportati libici. Inizia la politica di ricatto sull’emigrazione.

2004: Il Mossad, la CIA e il Sismi individuarono una nave che trasportava la prova che Gheddafi possedeva un arsenale di armi chimiche. Invece di rendere pubblica la scoperta e sollevare uno scandalo, Stati Uniti e Italia posero a Gheddafi un ultimatum che questi accettò.

2006: Gheddafi scatena una campagna d’odio contro l’Italia in seguito ad una esibizione irresponsabile del ministro Calderoli che aveva indossato una maglietta con la famigerata “vignetta satanica” di Maometto. Morirono 11 persone durante la protesta davanti al consolato italiano di Bengasi.

30 agosto 2008: Con la firma del “Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra la Repubblica italiana e la Grande Giamahiria araba libica popolare socialista”, il Presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi e il leader della Rivoluzione, Muammar El Gheddafi hanno voluto chiudere il contenzioso fra i due paesi.

14 maggio 2009: Il ministro Maroni consegna le prime tre delle sei motovedette a Tripoli per “i pattugliamenti di contrasto all’immigrazione clandestina nel mar Mediterraneo”. Nel settembre del 2010, da una di quelle motovedette, i militari libici spararono senza alcuna giustificazione e in acque internazionali contro il peschereccio italiano Ariete. Nessuna reazione da parte del governo italiano, pago di aver ricevuto delle scuse formali.

10 giugno 2009: Gheddafi si reca per la prima volta in Italia in visita di Stato. Il leader libico si è recato al Campidoglio, a La Sapienza, alla sede di Confindustria e ha incontrato le massime cariche italiane. Durante la visita di stato ha mostrato, appuntata sulla divisa militare, una foto dell’eroe della resistenza libica antitaliana Omar al-Mukhtar, suscitando “perplessità”.

16 novembre 2009: Gheddafi torna in Italia, a Roma, per partecipare a un incontro della Fao. Durante il suo soggiorno romano, organizza alcuni dibattiti su Islam e Corano con circa cinquecento ragazze hostess, raccogliendo 104 adesioni, regolarmente stipendiate per la presenza.

febbraio 2011: La rivoluzione dei gelsomini fa insorgere anche i giovani libici. Il regime usa la forza più violenta assoldando mercenari da ogni dove in Africa. Organizzazioni dei diritti umani denunciano migliaia di morti in diverse città libiche.

17 marzo 2011: Viene approvata la risoluzione ONU 1973: No fly zone; protezione dei civili, da subito, a Bengasi; divieto di voli commerciali da e per la Libia; rafforzamento dell’embargo sulle armi, ma escludendo esplicitamente una “forza occupante” in Libia.

20 marzo 2011: La Lega si dissocia dall’intervento militare. Bossi: Io penso che ci porteranno via il petrolio e il gas e con i bombardamenti che stanno facendo verranno qua milioni di immigrati, scappano tutti e vengono qua”.

21 marzo 2011: Frattini pone condizioni alla Comunità Internazionale. O la NATO prenderà il comando delle operazioni o l’Italia si riprenderà le sue basi militari.

22 marzo 2011: Berlusconi: “Sono addolorato per Gheddafi”.

Addolorato per Gheddafi?

2 commenti:

  1. spero che tu non l'abbia scritta tutta di tuo pungo, altrimenti daresti fin troppa importanza al blog stesso :D

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  2. ahahah...no, no, io ho aggiunto solo "addolorato per Gheddafi?" :P La cronologia l'ho ovviamente riportata!

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