mercoledì 20 giugno 2012

Serve giusto un forno ventilato...

Caldo. Tanto caldo. Troppo caldo. Come non desiderare allora di essere in riva al mare a farsi coccolare dalla brezza delle onde mentre si gusta una buona "brioscia" col gelato? Impossibile non farlo.
Cosa è la brioscia? A Palermo chiamamo volgarmente così quella che nel mondo è meglio nota come "brioche", sebbene comunemente qui al nord chiamino brioche quelli che per noi meridionali sono i cornetti o croissants. 
A tal proposito ricordo che anni fa, in una gelateria del centro di Trento, chiesi una brioche con gelato e mi guardarono come fossi un alieno camuffato da terrona, mi spacchettarono un buondì e mi ci ficcarono dentro due palline di gelato. Già due palline. Solo due palline. Ma come si fa a non capire che un'arte così delicata come quella dei mastri gelatai non può, anzi non deve essere a tal punto bistrattata? Il gelato è un elisir per pancia e anima e deve RIGOROSAMENTE ESSERE SPALETTATO!!!!
Adesso, quando ci penso, mi vien da ridere perchè mi rendo conto che a quel tempo pretendevo di farmi capire pur parlando una lingua completamente diversa, ero insomma una sorta di Don Chisciotte della panza perchè andavo in cerca di mulini a vento che macinassero farina e infornassero brioscine. 
Ciononostante ancora oggi non riesco ad abituarmi all'idea che di brioche col "tuppo" è scarso il nord. Non mi basta sapere che al rientro in terra madre (la sicilia!!!) ce ne sono a centinaia che attendono in ansia il loro destino di essere tagliate e farcite, possibilmente con gelato e panna.
Ecco perchè ho deciso di dare retta a Maometto. Visto che non posso andare dalla brioscia, sarà lei a venire da me. Serve giusto un forno ventilato e poi, poco importa che sia isola o continente, di lei avrò pieno il ventre!!! :)

martedì 1 maggio 2012

Lapino docet.

Premetto. Non sono una fanatica. Non sono una di quelli che qualunque cosa facciano, devono sempre trasformarla in un'arma di autopromozione sociale. Si, amo gli animali. Si, adoro cani e cavalli. Talmente tanto che alcuni di loro sono ormai pezzi del mio cuore. Compreso un piccolo niglio che da quasi due anni convive con me e dal quale ho imparato una grande lezione. Quella dell'amarsi in silenzio. 
Forse molti di coloro che si imbatteranno in questo post, penseranno che è il classico sfogo di una "padroncina" che deve sbandierare in giro l'entusiasmo per il proprio "peloso". Beh, no. 
E' solo esigenza di rispondere a tutti quelli che puntualmente affermano che il coniglio è un animale stupido. Un mammifero che sta bene al forno con le patate perchè non è capace di dimostrare affetto o complicità. 
Ovvio, non è un cane o un gatto. Non serve mica una laurea per capirlo. Ma il fatto che abbia un modo diverso di relazionarsi non significa affatto che non sia capace di regalare affetto. Anzi. Convivere con uno di essi muta decisamente le abitudini di pensiero su questi esemplari e sul mondo animale in generale. 
Perchè? Perchè con loro non puoi dare tutto per scontato. Così come gli esseri umani, vanno prima capiti.
Vivere con un coniglio ti insegna ad avere pazienza. La pazienza di chi è costretto a rimanere in silenzio, di chi non possiede una voce. Un coniglio non può abbaiare o miagolare o ancora pigolare per attirare l'attenzione. Un coniglio attende. Attende che i tuoi occhi incrocino i suoi, che i suoi gesti non rimangano incompresi. Loro ascoltano, osservano, analizzano e scrutano. Non si impongono, chiedono. 
Chiedono che tu abbia cura, premura, voglia. Che la mattina quando ti svegli, tu capisca che anche loro iniziano con te la loro giornata e che quindi hanno diritto ad una colazione da campioni. E che anche se la nutella è decisamente una delizia, di cioccolata e patatine si può star male.
Sanno bene che messi in gabbia, mordere le sbarre non serve ad essere liberati. Che arrabbiarsi non serve. Sanno anche però che non c'è limite che non possa essere superato. Non c'è mobile troppo elevato per essere raggiunto e non c'è cavo di pc o cellulare che sia troppo duro per essere rosicchiato o divano che non possa essere conquistato. 
Per loro è d'obbligo TENTARE. Affrontare gli ostacoli con tenacia, perseverare, perchè tutti i propri sforzi alla fine saranno ripagati. 
Ti insegnano anche a gioire per le piccole cose. Un salto può essere bello anche solo per il piacere di farlo, anche se non ha uno scopo immediato come raggiungere una carota nella dispensa. 
Quel che conta è gioco, vita, emozione. E' un tappeto che scivola via sul parquet, è zigzagare sull'erba con il vento che sbatte sul muso.
Ti insegnano che l'affetto va meritato, che i sentimenti non vanno sprecati, ma che vale sempre la pena di dare un'occasione ad uno sconosciuto, di avere pazienza e aspettare prima di capire se ci si può fidare o meno. Non dare tutto subito per poi ritrovarsi delusi e distrutti. Non serve prostituirsi sentimentalmente. Essere selettivi non è una malattia ma un mezzo di sopravvivenza. E in fondo se poi non vuoi che qualcuno ti abbracci, puoi sempre sbattere la zampa, mordere o girare le spalle con grande indifferenza. Ma puoi anche invece dargli bacini sui piedi, saltargli in braccio per tenergli compagnia e solleticargli la pancia!!
Ti insegnano che anche se a volte ti sembra che il mondo intero pensa di te che sei un essere inutile ed insignificante, ci sarà sempre qualcuno che avrà voglia di tornare a casa e prendersi cura di te, e per il quale sarai la ragione del suo sorriso.
Ti insegnano che gli spazi vanno difesi, con la grinta di un leone, ma che dormire in due è decisamente meglio, ammesso che l'altro non russi.

Insomma un coniglio ti spinge ad essere la sua voce, in modo che lui possa essere il tuo cuore!!

domenica 29 aprile 2012

D'una stella vince il raggio.

Avete mai avuto l'impressione di essere tremendamente bravi a incasinarvi l'esistenza? Io, sì!
Tendo a ripetere con ostinatezza manovre che hanno come risultato quello di scombussolare del tutto la mia vita.
Ecco allora che forse servirebbe trovare una qualche strategia, una sorta di vademecum!
Innanzitutto, quello che bisogna evitare è la costante incapacità di vivere nel presente. Non possiamo vivere rimuginando continuamente sul passato o sperando in un qualche brillante futuro, perchè la vita altrimenti ci passa accanto e ci saluta da lontano. Come dice la mia mamma, il miglior tempo non è quello che viene, ma quello che passa, quindi viviti il giorno!
Immediata conseguenza sarebbe il non essere mai felici, e invece dobbiamo ricordarci sempre che abbiamo dentro di noi tutte le risorse che servono per trasformare la nostra esistenza nell'opera d'arte che merita d'essere. Bisogna solo sforzarsi di avere coraggio nel seguire i nostri reali bisogni e non quelli che risultano semplicemente più comodi da raggiungere. Credere in se stessi è una delle cose più complicate che ci sia, lo so. Io sono la regina degli insicuri. Nel trovare alibi a me stessa sono una vera campionessa. Il problema è che poi rimpiango il momento in cui mi sono lasciata convincere dall'alterego a percorrere una strada e non l'altra.
Chissà, probabilmente i dubbi ci sarebbero in ogni caso o forse sarebbe tutto più facile se sapessimo con esattezza ciò che vogliamo. Perchè per evitare di attrarre nella propria vita quello che non desideriamo affatto, è necessario chiarire cosa vogliamo ottenere e imporci di imparare come metterci a fuoco.

E ovviamente compreso questo ultimo punto, diretta conseguenza è evitare di aspettare prima di trasformare in azione ciò che si è deciso. Rimandare, procrastinare, tergiversare, tentennare o peggio ancora fuggire sono tutti comportamenti che contribuiscono a creare inevitabilmente altra confusione.
La tentazione sarà tanto più forte quanta più insicurezza ci distingue. Per questo è importante scommettere di più su se stessi. Darsi fiducia. Tenere bene a mente che è inutile cercare di essere perfetti. Troppe persone (e in questo particolare gruppo mi ci ficco a capofitto) vorrebbero fare tutto, perfettamente e subito. Respirate, metabolizzate e poi cercate di capire che è umanamente difficile se non impossibile. Bisogna dare a noi stessi lo spazio di sbagliare, perchè è proprio questo spazio che stimola evoluzione e realizzazione.
Il mondo non è fatto per le dicotomie giusto/sbagliato, bianco/nero, capace/incapace. Se la natura ci insegna che di sfumature non se ne hanno mai abbastanza, perchè decidere di imbrigliarci nel classico dilemma: valgo qualcosa o non valgo abbastanza?
Se presa una direzione, il risultato non è quello sperato, cerchiamo di domandarci se esistono alternative prima di sotterrare la testa come degli struzzi. Domandiamoci: in quale altro modo avrei potuto farlo?
Se riusciamo a fare tutto questo, è segno che l'insicurezza che spesso ci blocca può diventare nostra grande amica. Trovare alibi, autogiustificarsi per i fallimenti che creano dolore è mentire a se stessi, e in più non aiuta per niente. Perchè? Perchè ci costringe a rimanere troppo a lungo in una condizione di depotenziamento, un circolo vizioso in cui più stiamo male e più (ci teniamo) a stare male, e invece serve rompere questo cerchio autodistruttivo e imporsi di comunicare con se stessi, prestarsi attenzione e ascoltare i propri pensieri. 
Molti di voi, arrivati a questo punto della lettura, si staranno domandando come mai oggi ho deciso di ammorbarvi con questa psicologia spicciola che tutti conosciamo. Beh, perchè sono mesi che provo ad ascoltarmi di più e che faccio fatica. Scrivere quello che penso quindi potrebbe rimodulare il concetto e dargli maggiore coscienza.
La mente è spesso usata come freno e non come mezzo di accelerazione. Dobbiamo abituarci invece, ed è in questo che faccio appello a me stessa, ad utilizzarla come propulsore di ottimismo e fiducia, di entusiasmo e di gioia.
Per evitare che tutto quanto venga vanificato, infine, è assolutamente necessario abbandonare l'idea che tante regole aiutano e imparare a sfuggire i condizionamenti altrui e dell'ambiente circostante.

Non bisogna avere paura di sbagliare perchè poi chissà gli altri che penseranno, chissà se mi appoggeranno, chissà se ci saranno ancora.
Sbagliare aiuta a crescere e ci dà la misura di noi stessi. Dimenticare i postulati viziati del "O una cosa la faccio perfetta o non la faccio affatto" è fondamentale, perchè quello che realmente conta è cercare di essere il meglio che possiamo essere e non il meglio che si possa essere. 
E fondamentale ancora è ricordarsi di sorridere perchè come disse Charlie Chaplin: "Un giorno senza un sorriso è un giorno perso" !!

martedì 24 aprile 2012

RE: Le apparenze ingannano???

Qualcuno ricorda il mio ultimo post?? Descrivevo alcuni dei miei dubbi su una candidata alle prossime elezioni per il sindaco di Palermo. Il mio è un blog del tutto personale, senza nessuno scopo propagandistico o peggio ancora denigratorio, ma per quanto lo spazio che occupa nel cyberuniverso sia infinitamente piccolo, le mie parole sono giunte alle orecchie della donna in questione, o meglio ai suoi occhioni.
Come faccio a saperlo? Perchè, evidentemente non contenta di come l'avevo descritta, ha voluto lasciarmi un commento nell'intento di mettere in luce qualità che avevo trascurato. Prima fra tutte l'autoironia.
Gioia Gange infatti rispettosa del mio diritto di opinione, mi ha semplicemente invitato a dare uno sguardo al suo programma elettorale. (http://gioiagange.wordpress.com/)
Per carità, io rimango una elettrice di sinistra, e nonostante l'invito e l'approfondimento continuo a pormi la stessa domanda: “Chi è stato l’ultimo sindaco e a quale schieramento apparteneva?”. Tuttavia non nego a nessuno la possibilità di proporsi a dispetto delle critiche a carico dei propri predecessori, anche perchè in fondo, ogni uomo o donna che abbia a cuore la res politica di una città come di una nazione, deve comunque fare i conti con il proprio mandato e presto o tardi anche con la propria coscienza. E di buone coscienze ce ne stanno sia a destra che a sinistra (così come purtroppo le cattive).
Preciso. La mia non è una posizione di ideologismo fine a se stesso. I miei valori, semplicemente, si indirizzano altrove e lì siedono pacifici.
Premesso che non credevo che quanto scritto potesse avere una eco tale da attirare l'attenzione della Signora Gange, aggiungo che mi pare da parte mia corretto dare voce al di Lei diritto di critica, nel rispetto di chi riserva a questo blog l'onore d'esser tenuto in conto, sebbene (me ne scuso) con grande ritardo, e invitare quindi i miei lettori a sbirciare anche loro nel programma elettorale portato avanti.
Rimango infatti convinta che democrazia significhi anche concedere e concedersi l'occasione di cambiare idea, e che pertanto analizzare con senso critico le proposte che la suddetta candidata ha in mente per Palermo, possa essere un ottimo metodo per ripensare a ciò che per noi maggiormente conta, a ciò che desideriamo per una città che troppo a lungo è stata abusata e dissacrata, ed eventualmente riaffermare la propria posizione o al contrario modificarla, riponendo la nostra fiducia nello schieramento e nel candidato che, fra tutti, più ci convince.
Di sicuro, devo dare atto a Gioia Gange che, nonostante tutto, nel concedermi attenzione, ha dimostrato di possedere una delle disponibilità che i politici tutti dovrebbero prendere a cuore: quella di ascoltare anche le voci più piccole.

sabato 24 marzo 2012

Le apparenze ingannano???

Sono appena trascorse le primarie per il candidato del centrosinistra e Palermo, ormai prossima alle elezioni per il nuovo sindaco, ha visto inserisci nel paesaggio inquinato della cartollonistica pubblicitaria, nuovi faccioni. Spesso così invitanti a regalare ceffoni che gli studi di Lombroso impallidirebbero al confronto.
Tra i vari candidati infatti, riuscire a scovare un qualunque anelito di bellezza è impresa assai ardua. Tra gli aspiranti al seggio in consiglio comunale, ce ne sono di davvero minacciosi.
Eppure, mi è giunta proprio stamattina la notizia che un volto interessante è apparso all'improvviso.

La sorpresa giunge ancor più inattesa. Perchè? Si chiama Gioia. Gioia Gange.
Già il nome sembrerebbe un segno preparato dall'universo per la pace dei Palermitani.
Potrebbe mai tradire la fiducia in lei riposta una donna che ha per nome uno dei sentimenti di maggiore contentezza che l'uomo conosce nella sua breve e affannata vita e per cognome un fiume divino, sacro rifugio dei poveri e disadattati d'India? Nessuno, verrebbe da rispondere. Considerato poi che si tratta di una donna bionda con gli occhi azzurri e le gote rosse. Dall'aria candida. Lo so sembra una canzone di Battisti, invece è semplicemente un grosso grasso ossimoro.
Il suo aspetto innocente infatti risalta ancora di più se la si osserva accanto alle facce dei truci che popolano il partito con il quale si presenta. Centrodestra, sì. Ma...tenetevi forti: è il partito del mitico. Già, proprio lui. Proprio quello che più di chiunque altro a Palermo aveva sponsorizzato Cammarata e la sua "prode" giunta: MICCICHE'.

Forse che allora dietro questa "dolce" principessa invitata al ballo elettorale si nasconda la strega cattiva?

sabato 10 marzo 2012

Abbiamo tutti un destino genetico (...l'uomo vittima!)

Una appassionata lettrice del nostro blog, riflettendo sulla propria esperienza personale e memore della fenomenologia che avevamo messo in piedi qualche mese fa, ha deciso di regalarci un suo piccolo contributo, descrivendo una delle tante categorie umane in cui gli uomini rimangono spesso intrappolati e che tanto fanno soffrire noi piccole donne alle prese con la ricerca del grande amore, oramai vana chimera.


L' UOMO VITTIMA. Tra tutti è il più furbo e il più subdolo. In men che non si dica, senza darvi il tempo di capire razionalmente la sua tattica vi rigira la frittata e passa da stronzo a santo incompreso trasformandovi in pochi minuti da vittima a carnefice; care donne attente perchè questa categoria è tra le peggiori in quanto può farvi improvvisamente sentire in colpa, esagerate, pesanti e insensibili e se non lo saprete riconoscere in fretta potrebbe usare la vostra accusa come pretesto per fuggire a gambe levate e da soggetti con palese ragione vi ritroverete a sentirvi sbagliati e a rincorrere il soggeto in questione pur di fa pace con lui. Non esiste una plausibile soluzione. Anche facendogli notare come la frittata da lui rigirata non sia cotta a puntino, il risultato sarà rarissimamente che questi possa sentirsi in colpa. Insomma, comunque la fate, siete voi a sbagliare e l'unica è sperare che da vittima si trasformi almeno in stronzo, perchè in questo caso, almeno smetterà di ignorarvi.

Pubblicando quanto ricevuto, colgo l'occasione per invitare chiunque abbia voglia di dilettarsi in una di queste disquisizioni o anche solo di partecipare con un suo personale contributo su uno qualunque degli argomenti che gli stanno a cuore.
Io e il mio adorato bardotto saremo più che lieti di concedervi lo spazio meritato!

Vergognarsi, talvolta, è inevitabile!

C'è un lontano spezzone del 2008 del programma AnnoZero, che se guardato nel contesto delle faccende politiche cheh stanno andando avanti a Palermo nel Centrosinistra, viene davvero voglia di vergognarsi, non solo per loro.
Se avete voglia di guardarlo, state tranquilli che soffrirete. In caso contrario, posso accennarvi che si tratta di una difesa compiuta da Ferrandelli in favore di Orlando. Già, proprio loro.
E considerata l'attualità degli ultimi giorni, sembra quasi che provenga da una specie di universo parallelo, perchè si fa davvero fatica a credere ai propri occhi e le immagini sono come un pugno nello stomaco.
Adesso, tra i due protagonisti dello spezzone di cui sopra, pare essersi scatenata una vera e propria guerra che sembra voglia una conclusione altrettanto dolorosa: la morte di uno dei contendenti, quale non importa. Basta che qualcuno venga meno insomma.
Quello che rende il tutto ancora più triste però è che il ring su cui si combatte, poggia sulle macerie dello schieramento a cui i due appartengono: il Centrosinistra. Ne viene fuori uno spettacolo penoso.
E da parte mia, per quanto mi sforzi di fare i dovuti distinguo, ormai mi vergogno di tutti. Inevitabilmente!

lunedì 5 marzo 2012

La Disney e la visione alterata delle relazioni

Vi siete mai chiesti come mai noi donne abbiamo una idea così eccessivamente romantica ed utopica delle relazioni amorose? Tutta colpa dei cartoni animati, delle principesse con i vestitini di tulle e le lunghe chiome che aspettano trepidanti e speranzose un principe azzurro che, presto o tardi, si presenta sul suo magnifico cavallo bianco, con il suo bel mantello e uno sguardo innamoratissimo. 
E noi, per anni aspettiamo il favoloso “bacio del risveglio”, quello che salva la Bella Addormentata dalla crudele strega, sebbene quel “bacio” spesso tarda ad arrivare o nelle peggiori ipotesi non arriva mai. Riceviamo, certo, un sacco di baci fisici, concreti, da uomini che crediamo essere dei veri e propri principi, ma che poi scopriamo essere solo dei ranocchi e che non ci siamo svegliate affatto, anzi, magari siamo più tristi e vuote di prima. E che l’effetto di quel bacio è poca roba in confronto a quello dato dal principe di Biancaneve. Aspettiamo a lungo che il nostro principe si presenti alla nostra porta con un bel mazzo di rose rosse e invece ce lo troviamo davanti puzzolente e infangato perché reduce da una partita di calcio. Aspettiamo che ci faccia delle sorprese magnifiche, che arrivi, un giorno, e ci porti a fare una bellissima gita, un bellissimo viaggio inaspettato ai confini del mondo, mentre è già tanto se ci accompagna al supermercato senza sbuffare davanti alla coda alla cassa. 
Cerchiamo di capire però alla base, quali sono i prototipi proposti.
Innanzitutto bisogna dire che i cartoni animati con cui sono cresciuta io, erano popolati principalmente da due tipi di donne, la fanciulla buona e bella e la strega cattiva, e questi hanno contribuito in modo particolare a cementare certi clichè oramai duri da abbattere, per quanto apparentemente innocui. 
Prendiamo l’esempio di Ariel, una sirenetta bella per quanto anche un po' svampitella, e, concedetemelo anche un po' cretina, perché ci mette un attimo a farsi ingannare. Ariel è romantica e sognatrice, attende l’amore del bel principe che ovviamente, dopo mille peripezie, riuscirà ad ottenere, spuntandoci pure un matrimonio. L’altra donna è Ursula. Brutta, vecchia, grassa e pure cattiva. Il personaggio antagonista, odiata da tutti, una stronza vera, tanto furba e sicura di sè da farsi fregare all’ultimo momento (perché, è chiaro, non può esistere un cartone senza il lieto fine).
Io, da piccola, volevo essere Ariel. La invidiavo, cantavo le sue canzoni, e, ovviamente, sognavo quel figaccione di Eric (anche lui un po’ scemo, diciamoci la verità). Crescendo, però mi allontanavo da Ariel e pensavo: “Ma cacchio, poveretta, questa Ursula, cacciata dal regno (e il gossip acquatico diceva che Ursula era stata cacciata perché aveva avuto una “liason dangereuse” con Tritone, il quale poi l’aveva mollata per un’altra), odiata da tutti, rimasta sola con due murene mica troppo furbe. Ma che doveva fare, poveretta? Ringraziare?”  
In fondo Ursula non era altro che il risultato delle favole che aveva ascoltato a sua volta e delle troppe batoste e fregature ricevute perchè si sa: quando una bella fanciulla subisce troppi colpi bassi alla fine diventa una strega. Tutte le bambine cresciute, purtroppo, lo capiscono prima o poi e lo sperimentano nella vita reale.
Citiamo adesso invece qualche esempio di ideale maschiopresentato dalla Disney, giusto per far comprendere da dove nasce l'inganno. 
1) Il principe ERIC - Lui è un ragazzo ovviamente ricco (perché, ovviamente, son quasi tutti principi, quindi pieni di soldi) che un giorno mentre passeggia col cane trova una tizia nuda sulla spiaggia. È un vero galantuomo e difatti non ne approfitta nonostante ella sia come mamma l'ha fatta, anche perché lei, che non capisce bene cosa le sia successo si sente parecchio persa. Comunque, dopo quest’atto galante, Eric invita la cara ragazza a casa sua, la veste con abiti all'ultima moda e si accorge che lei non è straniera, semplicemente non può parlare. Questa è una qualità che, in genere, è molto apprezzata e ricercata dal maschio. Lui invece non ci sta, vuole farle recuperare la voce, ma proprio quando sta finalmente per baciarla la situazione si complica, entra in scena un'altra donna, molto bella, che lo seduce. Lui, in modo tipicamente maschile, si dimentica in pochi secondi della malaugurata Ariel e si accoppia con l’altra. Salvo alla fine, dopo aver rischiato la morte, accorgersi che era tutto un inganno. Eric salva la sua bella e se la sposa anche. Vivono quindi tutti felici e contenti con il Dio del mare per suocero e un granchio e un pesce palla come testimoni a nozze.                                                     
2) Il principe BESTIA - Personaggio controverso, la Bestia, è assolutamente più appetibile quando somiglia ad un bisonte-cinghiale-nonsisaqualeanimalesia piuttosto che dopo la trasformazione in umano. Eppure l'attesa fu snervante. Il pensiero costante era: “cacchio, questo è dolcissimo, intelligentissimo, romanticissimo, chissà quando si trasforma in principe, sarà pure bellissimo!”. Poi arriva noncurante la delusione, all’apparire di un uomo biondiccio, con un capello lungo e unto. È stata una delle peggiori delusioni della mia infanzia.
    3) Il principe di BIANCANEVE - Egli intanto non ha un nome. Nel racconto ci si limita a chiamarlo Principe Azzurro e già questo lo svaluta parecchio insieme al suo look che, poverino non lo aiuta per niente. Il suo modo di conquistare le donne e conquistare Biancaneve in particolare è il canto, in particolare il canto lirico. Poi basta, il poveretto, non fa più nulla per tutto il resto del film salvo alla fine trovarsi la pappa pronta quando risveglia Biancaneve, baciandola e quindi sposandosela. 
     Alla facciazza dei poveri nani, che lavorano tutto il giorno in miniera e che devono sorbirsi tutti i giorni i gorgheggi della donzella senza avere niente in cambio.

     Ora se ci ragioniamo un attimo, sapete quali sono i personaggi che hanno più appeal? Quali sono quelli che risultano realmente più “fichi” della Disney? Gli animali. Si, loro. Pensateci bene.
Ricordate quanto era bullo Robin Hood? Romantico e macho al tempo stesso. Era perfino operante nel sociale! Una VOLPE.
E Romeo, er mejo der colosseo dove lo mettiamo? Così sensuale, affascinante e spiritoso. Era persino un musicista jazz? Un GATTO.  
Biagio, personaggio di strada, indipendente, forte, il classico tipo “che si è fatto da solo”. Ecco, Biagio, era un CANE.
E ancora Bernie, grazioso, goffo, ma anche coraggiosissimo e protettivo? Un TOPO.
 
Io dico, allora, cara la mia Disney, possibile che non fossi capace di rendere anche i principi un po’ meglio, invece di farli ricchi, stupidi e ingannabili? Perché, insomma, c'era e continua ad esserci tuttora il rischio concreto che le piccole innocenti fanciulle alle prese con simili storie si illudano che anche una volpe possa essere l'uomo ideale, e quindi rimanerne ineluttabilmente deluse alla scoperta che di volpi che parlano e aiutano anche il prossimo ce ne sono ben poche, più o meno tante quanti sono gli uomini perfetti.

domenica 4 marzo 2012

Gli abbracci: heimlich emotive.

Chiunque può utilizzare un abbraccio di tanto in tanto. Gli abbracci sono come delle heimlichs emotive perchè una volta che ci si abbraccia, tutte le emozioni si riversano fuori e quel peso che si sentiva sulle spalle, in un attimo svanisce. Tu, amico lettore, cosa ne pensi? Pensi anche tu che gli abbracci siano una gran cosa o sei uno di quelli che abbraccia molto poco? Ti do un consiglio, metti in stand-by questo post, fai un bel respiro, apri le braccia e trova qualcuno da abbracciare e poi ritorna a leggere e sono sicura che sarai d'accordo con me, al tuo ritorno, sul fatto che ci fanno sentire meglio, che sono un modo di comunicare comfort e a differenza dei baci, che sono qualcosa di più intimo, possono essere condivisi con chiunque e ovunque. Non mi credi? Guarda questo video di circa 3 minuti e vedrai che non mi sbaglio, almeno non di molto. 
Un abbraccio può curare una brutta giornata e annullare il tuo cattivo umore, perchè quando metti le braccia attorno a qualcuno o quando ricevi un abbraccio, le tue paure e le ansie che hai dentro vengono mandate via, come se un piccolo batuffolo bagnato si poggiasse sul cuore e le struccasse via.
Già, gli abbracci sono salutari, anche scientificamente parlando. E' stato infatti dimostrato che:
  • la pressione sanguigna si abbassa
  • il battito cardiaco rallenta, riducendo alla lunga il rischio di malattie cardiache
  • nelle donne diminuisce il cortisolo che è un ormone nocivo, cd ormone dello stress
  • nelle coppie inoltre aumenta la ossitocina, un ormone che invece favorisce il cd "bonding" ovvero il legame. (eh, sì, perchè non dimentichiamo che l'amore in fondo è un inspiegabile processo chimico e l'abbraccio può essere un valido catalizzatore!)
Non siate quindi timidi e non lasciate i vostri amici e i vostri cari troppo a lungo senza un vostro abbraccio, risolleverete la vostra e la loro giornata e regalarete ad entrambi una salute migliore! ;)

sabato 3 marzo 2012

LA TEORIA DELLA STUPIDITA' UMANA: la sesta legge fondamentale.

Forse non tutti conoscono Carlo Maria Cipolla e la sua teoria della stupidità umana. Cipolla è stato uno storico italiano specializzato in storia dell'economia e sin da giovane si dvertì ad "approfondire" il tema della stupidità formulandone, attraverso un suo arguto libello intitolato The Basic Laws of Human Stupidity, la famosa teoria, stampato per la prima volta fuori commercio nel 1976 negli stati uniti poi pubblicato in italiano nel 1988 come Allegro ma non troppo, ma è nel 2011 che arriva la prima vera edizione.
Cipolla, nella sua teoria, vede gli stupidi come un gruppo di gran lunga più potente delle maggiori organizzazioni come le mafie o le lobby industriali, non organizzato e senza ordinamento, vertici o statuto, ma che tuttavia riesce ad operare con incredibile coordinazione ed efficacia.
Egli partendo da alcuni fatti oggettivamente riscontrati (come il fatto che gli stupidi danneggiano la società o che gli stupidi democratici usano le elezioni per mantenere alta la percentuale di stupidi al potere o ancora che i ragionevoli sono vulnerabili rispetto agli stupidi in quanto generalmente vengono sorpresi dall'attacco contro il quale non riescono ad organizzare una difesa efficace perché l'attacco non ha alcuna struttura razionale), analizza alcuni fenomeni consequenziali ed elabora la sua teoria su CINQUE LEGGI FONDAMENTALI:


  1. Sempre e inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione.
  2. La probabilità che una certa persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della persona stessa.
  3. Una persona è stupida se causa un danno a un'altra persona o ad un gruppo di persone senza realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo un danno.
  4. Le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide; dimenticano costantemente che in qualsiasi momento e luogo, e in qualunque circostanza, trattare o associarsi con individui stupidi costituisce infallibilmente un costoso errore.
  5. La persona stupida è il tipo di persona più pericoloso che esista. 
Ora, su ognuna di queste leggi sarebbe possibile portare avanti un discorso ben più lungo e approfondito di quello che mi sono proposta iniziale, per cui tirerò fuori solo qualche spunto per arrivare infine all'obiettivo iniziale. Come si vede dalla terza legge, Cipolla individua due fattori che sono da considerare fondamentali per l'indagine del comportamento umano, ovvero che l'individuo procura a se stesso sia danni che vantaggi e che altrettanto produce nei confronti degli altri. Combinando insieme questi due fattori come fossero rispettivamente le ascisse e le ordinate della curva sociale, si possono ottenere quattro gruppi di persone:
  • Intelligenti : fanno il proprio vantaggio e quello degli altri
  • Sprovveduti : danneggiano se stessi e avvantaggiano gli altri
  • Banditi : danneggiano gli altri per trarne vantaggio
  • Stupidi : danneggiano gli altri e se stessi

Ovviamente queste quattro situazioni non rimangono isolate tra loro, anzi proprio il fatto che si parli di una curva sociale, lascia pensare che ci sia una miriade di combinazioni possibili, a seconda del maggiore o minore grado di stupidità, intelligenza, banditismo e sprovvedutezza. Si avranno quindi banditi intelligenti e banditi stupidi, così come stupidi sprovveduti.

Ora, è chiaro che in un mondo ideale, popolato esclusivamente da banditi perfetti, il sistema rimarrebbe perfettamente equilibrato in quanto danni e vantaggi si eliminerebbero a vicenda; allo stesso modo in un mondo abitato solo da sfortunati perfetti. 

Il problema è che i modi ideali, proprio perchè tali, non esistono, e nella realtà delle cose, sebbene possa sembrare brutto ammetterlo vi sono banditi intelligenti che contribuiscono al miglioramento del bilancio sociale poichè nel complesso provocano più vantaggi che danni.

E' quando la stupidità entra in scena che si hanno i danni peggiori, e in numero di gran lunga maggiore. Tanto è vero che lo stesso corollario base della teoria, la quinta legge, è proprio che lo stupido è il più pericolo tra tutti gli individui. 

Leggendo il "manuale" di Cipolla si evince anche che ciò che manca agli stupidi è la consapevolezza di essere stupidi. 

Le persone intelligenti, così come i banditi e gli sprovveduti conoscono la loro natura o quanto meno hanno un forte sospetto in merito. Gli stupidi invece no e da qui la pericolosità latente e patente di questa categoria umana, perchè si è portati a sottovalutarli. 

 

Analizzando quanto accaduto in Afghanistan dove alcuni soldati americani, per ingannare il tempo bruciano il corano, si può certo dire che ancora una volta gli stupidi generano situazioni di tensione. Perchè? Perchè hanno provocato la reazione furibonda dei Taliban, i quali per vendetta hanno scatenato un pogrom con decine di morti. 

Ne viene fuori, a mio avviso, una legge che a Cipolla era sfuggita: la sesta. 

La più termenda e devastante di tutte: quando cretini e mascalzoni si alleano, sebbene rimanendo in campi avversi, nessuna intelligenza è più in condizioni di resistere.