giovedì 12 gennaio 2012

La Sicilia, quella vera, siamo noi!

Rimanere sveglia fino a questa ora, spesso, non mi fa bene. Rimango a rimuginare sulle ultime cose che ho letto o che ho visto e quasi sempre finisco per non dormire. Scriverle. però, sembra che le esorcizzi.
Ho appena finito di seguire un documentario su Libero Grassi, imprenditore palermitano ammazzato dalla mafia perchè aveva denunciato il sistema del pizzo e si era rifiutato di parteciparvi. "Un popolo che paga il pizzo - diceva - è un popolo senza dignità." Già, senza dignità. Perchè un popolo che rimane legato a questi mezzi di ricatto, non è solo vittima ma anche complice, in quanto popolo che investe nella mafia, che fa affari con essa sovvenzionandone ogni attività. E' un popolo che ha paura di essere libero.
E Grassi, libero nella vita così come nel nome, lo aveva capito bene e coraggiosamente avesse scommesso su se stesso e sul popolo siciliano tutto e palermitano in particolare. Aveva scommesso ma perse. Si ritrovò solo come un Don Chisciotte sopraffatto dai venti.
La sua più grande aspettativa era quella di un popolo che fosse maggioranza attiva, che lottasse per una dignità vera e non camuffata dalle angherie della malavita organizzata. Un popolo che fosse capace di riconoscere gli errori e le mistificazioni là dove si manifestavano, condannando rappresentanti istituzionali e della giustizia laddove si facessero portatori degli interessi dei pochi e non dei molti. Ciò però non realizzò.
Mi fa una rabbia così grande sapere che la terra che amo di più al mondo sia così carica di immondizia morale. Mi fa una rabbia così grande sapere che i figli che per quella terra più hanno sacrificato, sono quelli che meno hanno ricevuto. Mi fa rabbia, perchè quando ascolto dell'omertà posso sempre pensare che tutto può cambiare, che basta organizzarsi per trovare una strada verso la libertà dalle catene che cosa nostra ha vigliaccamente costruito.
Poi torno a casa e in tanti piccoli gesti, in tante piccole mancanze, in tanti piccoli "compromessi" mi rendo conto che tanti sforzi rimangono vani, che forse esiste una maledizione che non può essere spezzata.
Forse secoli orsono una divinità malvagia, sentitasi violentata per la bellezza di una terra circondata dal mare, scatenò una tremenda fattura condannando la sua gente ad una continua e reciproca viltà.
E quindi, sebbene oggi nascano associazioni, fondazioni, nascano comitati che manifestano ed operano perchè le cose funzionino, perchè si possa "vedere, ascoltare, sapere" e conseguentemente denunciare, la maledizione permane. Permane però ormai diagnosticata.
Sembra infatti accendersi un barlume di speranza contro una storia che trasmette solo tragicità, speranza che può brillare finalmente nel buio della paura e della intolleranza, nelle tenebre dell'insicurezza che una società troppo omertosa ha prodotto.
In fondo sono tutti giovani, gli attivisti i cui volti si moltiplicano sempre di più, tutti carichi di un idealismo che a molti è mancato in passato catapultando i pochi al mattatoio silenzioso delle morti per strada. Tutti vivi.
Ma se invece fosse solo una indotta illusione? Se questa ondata di ricerca del riscatto fosse solo il modo con cui la stessa vita vuol dirci che, per quanto mai ci impegneremo a mostrare il volto, il finale non sarà mai un completo happy ending? Se esistessero tante, tantissime persone capaci di sbaragliare un sistema intero ma non fossero mai abbastanza per fare maggioranza?
No, non posso credere che sia solo una fiaba che ci raccontiamo ogni notte prima di prender sonno. E se anche fosse così, noi non siamo di certo la cicala. Siamo la formica. Siamo la formica che pian piano costruisce le sue provviste e quando sarà il momento di mettersi al riparo, avremo così tante riserve che l'inverno non potrà ucciderci.
Mi sento di dire che qualunque sia il viaggio che ci attende, la Sicilia, quella vera, siamo noi. Siamo noi i veri figli perchè solo noi amiamo davvero questa madre malata che ha tanto bisogno d'essere accudita. Siamo noi che la difendiamo e ci danniamo per proteggerla dai mistificatori, dai nemici di uno spirito unico e irripetibile, lo spirito dei siciliani onesti!

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