Appena tornata dalle vacanze natalizie trascorse in famiglia nella mia natia Palermo, sento l'esigenza di raccontarvi di un episodio che mi ha molto colpito. Uno di quelli che appartiene alla serie di notizie che di rado arrivano alle prime pagine dei giornali, se non mai, perchè parte di una cronaca allo stato gassoso, difficile da coagularsi per arrivare all’attenzione dei
lettori.
Eppure dovrebbe, almeno certe volte.
Ecco per esempio che mi è capitato di
ascoltare, durante una conversazione a tempo perso, la storia di una
signora. Una casalinga che era andata a fare la spesa: e all’uscita del
supermercato è stata scippata del sacchetto che stava trasportando.
La conversazione è avvenuta in una sala d’aspetto, e si fa ancora più
interessante per l'intervento di un signore, anche lui vittima di uno scippo alimentare, che racconta un’altra storia
molto simile, avvenuta all’altro capo della città.
Ho chiesto: ma non avete denunciato la cosa?
Loro: E che vuoi
denunciare? Basta immaginare la scena al commissariato per capire che
sarebbe ridicolo:
- “Mi hanno rubato mezzo chilo di spaghetti, e un litro di latte”.
- “Latte intero o parzialmente scremato?”
A Palermo, mia cara dolce fanciulla è impensabile sprecare fiato per simili quisquiglie. Non rimane che rifare la spesa.
Peccato, però, perché lo scippo del sacchetto della spesa
rappresenta una novità. Un gradino in discesa nella scala della
disperazione di questa disperatissima città.
Se non in cronaca nera, almeno nella pagina della cultura se ne
dovrebbe parlare, come una mutazione dei costumi che i sociologi si
accingono a studiare.
Senza voler calcare troppo sul pedale patetico, c’è da immaginare
che a Palermo s’avanzi una nuova categoria: gli scippatori per fame.
Quelli che col frutto del loro reato non vogliono pagarsi il telefonino
nuovo, ma semplicemente calare la pignata. Gente che
presumibilmente non sta facendo gavetta per approdare a un migliore (o
peggiore) livello gerarchico di criminalità. Semplicemente uomini
trasformati in predatori sulla base della fame che nutrono. È una regola
basilare del mondo animale, in fondo.
Il gradino successivo da scendere è lo scippo del sacchetto della
spazzatura: mentre stai depositando i tuoi rifiuti nell’apposito
cassonetto, arriva un giovinastro che te li porta via.
Ma di questa
nuova frontiera forse già si scorgono i pionieri, quelli che rovistano
nella spazzatura in cerca di qualcosa da riciclare. Sono tutti sintomi
che sfuggono ai rilevamenti statistici, che pure non sono mai generosi
con Palermo e le altre città siciliane. Raccontano molto di come -
accanto ai finti poveri, che sanno sempre molto bene come fare ascoltare
la propria voce presso i palazzi del potere - esistono anche i poveri
autentici, quelli che davvero hanno il problema della sussistenza.
Insomma, dati i malesseri che la recente manovra ha esacerbato e che ahimé non sembra capace di esaurire, pare essere di fronte ad un paese che, a
quanto pare, dopo aver corso tanto ha finito il fiato ed è stramazzato a
terra.
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