sabato 16 luglio 2011

Un pasticcio da depasticciare: Cammarata senza "babaluci"!

Non c’è estate palermitana senza Festino di Santa Rosalia. Una tradizione che non può essere interrotta per alcuni, un inutile dispendio di denaro che sarebbe più proficuo destinare alle reali esigenze della città per altri.  
Comunque vadano le cose, la Santuzza va ricordata, sempre.
E quest'anno, è stata proprio un'occasione perduta per il sindaco della città. Dopo essersi battuto per farne approvare il bilancio, Cammarata non si è presentato lasciando da sola la Santuzza dai capelli dorati. Ed è mancato poco così che non si facesse più nulla.
Alla fine invece ne è venuta fuori un’edizione stortignaccola, che però ha garantito la continuità della tradizione. I giornali hanno parlato di un festino “sotto tono”. Non importa. La gente era lì, come ogni anno. C’erano i soliti venditori di “calia e semenza” e di “babbaluci”, accompagnati dai “colleghi” palloncini e zucchero filato, che sono una delle tradizioni del 14 luglio che rendono felici i più piccoli.
Quel che non era riuscito al quasi illuminista viceré Caracciolo nel bene, è riuscito al sindaco Cammarata, nel male.
In altri tempi sarebbe avvenuta una rivolta popolare, già di fronte all’ipotesi di un Festino in tono minore. Ma, considerata la narcosi di questi anni, la vera svolta poteva essere rappresentata solo da un annullamento totale. Che non c'è stato.
Il salto del Festino sarebbe stato un evento da tramandare ai posteri. Unico trauma che potesse generare una presa di coscienza da parte della cittadinanza palermitana che sembra ormai abituata anche alle cartoline della città con la, ormai-onnipresente, monnezza.
L'elettorato di questa città sembra quasi un gatto che continua a fare la pipì dove non dovrebbe.
E l'unica soluzione sembrerebbe quella di strofinargli il muso laddove ha sporcato.

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