martedì 28 agosto 2012

Born barefoot. Nati scalzi.

C'è una parte del nostro corpo che non vede quasi mai la luce: il piede. Spesso costretto in una gabbia di cuoio e plastica, vive una vita di costrizione, insofferenza, soffocato quasi fosse una punizione impossibile da alleviare. Per fortuna però, negli ultimi anni, questo mausoleo della libertà comincia ad avere la sua rivincita e un numero crescente di persone, infatti, comincia a pensare che sia il caso di cambiare abitudini, di "ritornare alle origini", di abbracciare filosofie e progetti che abbiano come obiettivo di riprendere contatto con quello che ci circonda.
La proposta è quella di recuperare un contatto permanente con il mondo, anche a questo livello. Il piede riesce a sentire quello che occhio e orecchio non sono in grado di percepire: si sente il calore, la consistenza del terreno e riassaporando questo atavico strumento del senso, si reimpara a sentire il morbido, il duro, il caldo, il fresco. Sensazioni cui non siamo più abituati. Perchè l'uso indiscriminato delle scarpe ci toglie qualcosa. E' come mettersi i tappi alle orecchie.

Certo, è dura liberarsi delle scarpe...ovviamente non dico di non usarle mai, ma di usarle quando effettivamente ne abbiamo bisogno. Usarle come usiamo i guanti: quando servono si usano, quando non servono, si può andare scalzi. In tante occasioni infatti le scarpe sono perfettamente inutili.
Camminare scalzi, però, non è solo un'abitudine da recuperare. E' soprattutto una scelta di vita.
Da bambina vivevo scalza d'estate e anche d'inverno, dopo la scuola, non vedevo l'ora di tornare a casa per "liberare i piedini". Mi sentivo bene. Da quasi adulta mi sono detta: perché mai non posso recuperare questa abitudine? Che cosa me lo impedisce? Si vociferava dei rischi, dei pericoli. Così mi sono informata: non ci sono rischi a livello igienico. I vetri? Si vedono e si evitano. 
Dobbiamo solo recuperare consapevolezza di essere dotati di piedi.
Ci sono peraltro anche dei benefici fisici: si riduce il dolore alla schiena, la postura è migliorata. Tutto il nostro corpo ne trae beneficio. E poi andare scalzi vuol dire essere collegati alla terra e a qualsiasi altro scalzo che c'è sulla terra. E' una forma di unione. E anche di rispetto verso ciò che ci circonda: a piedi nudi siamo portati a riflettere su quanto calpestiamo.

Qualche consiglio per chi volesse iniziare? Cominciate a togliere le scarpe quando non servono. Vedrete che succede spesso. Più di quanto crediate. Naturalmente bisogna procedere per gradi. Non si può certo andare per mezz'ora sull'asfalto se non abbiamo i piedi allenati, o peggio ancora in montagna o sulla ghiaia. Usare la testa per affrontare questa esperienza sensoriale è fondamentale. Bisogna dare tempo al tempo. Iniziare a piccoli passi, e ça va sans dire, senza scarpe!!!



venerdì 24 agosto 2012

Lasciarsi: l'inutile pesantezza del partecipare.

Lasciarsi, a quanto mi dicono, significa appunto questo: lasciarsi. E’ dura, ma è chiaro: niente più chiacchiere, niente più incontri, niente più carezze… tieni le mani a posto! E’ finita. La metà di quelli che conosco, dopo essersi lasciati, traslocano, e per me non fa una piega. Di nuovo, per lo più noi donne lo sappiamo già: non si dovrebbe andare a letto con il ragazzo che la settimana prima ci ha spezzato il cuore. Bene. E allora che cosa facciamo? Come riempiamo il tempo libero, se non provando a riconquistarlo (tentando, nel frattempo, di convincere le nostre amiche che in realtà non è quello il nostro obiettivo)? 

Bene. La prossima volta che mi ritroverò in una situazione del genere piangerò. Resterò a letto con una scatola di kleenex. Se riuscirò a raccogliere le forze, andrò in palestra. Chiamerò tutti i miei amici per ammorbarli con i miei lamenti. Dormirò all’infinito. Poi piangerò un altro po’. Andrò più spesso dallo psicoterapeuta. Mi comprerò un cucciolo. E farò tutto quello che bisogna fare per riuscire, alla fine, ad andare avanti.
Tratto da: La verità è che non gli piaci abbastanza (He’s Just Not That into You), 2009, Ken Kwapis.

mercoledì 22 agosto 2012

Mr. Grey? Ottimo direi!!!

Avete presente quegli asettici rettangoli tridimensionali che di solito riempiono gli scaffali di biblioteche, librerie e boiserie antiquate magari dimenticate da Dio? Dentro ci potete trovare tante di quelle informazioni o tanti di quei voli di fantasia che, se vi mettete d’impegno, magari potreste leggere qualche cosa che vi cambia la vita.
Non so se sia questo il caso, in particolare, sebbene nello specifico a me sia paiciuto molto, ma in una estate così calda e (almeno per me) all'insegna del risparmio, imbarcarsi in una lettura può risultare alquanto catartico.
Sicuramente ne avrete sentito parlare. E' una trilogia appena sfornata. Lettrici di tutto il mondo ne stanno divorando le pagine, non potendo divorarne il protagonista e, ahimè, io sono una di quelle.
E' stata una scoperta. Una storia che reputavo del tutto banale e della quale avevo letto solo critiche negative, è invece riuscita a stregarmi. E in positivo.
Non so, sarà che in questo periodo della mia vita, sento uno strano bisogno di avventura, o magari è l'eccessivo caldo che rende i miei neuroni più sensibili, ma io l'ho trovato davvero stimolante. La storia, per quanto in alcuni tratti abbia dell'assurdo, riesce a non scadere mai nel volgare, a trasmettere profondità, a stimolare la curiosità nei confronti di un soggetto che ha tutti i requisiti per sembrare il re dei sessualmente disturbati.
Sorpresa? Credo di parlare a nome di molti, quello che ne viene fuori è che, in fondo, siamo un po' tutti dei "disturbati", dei "complicati". Ci portiamo dietro un bagaglio così immenso di eventi, ricordi, dolori, sorrisi, delusioni, fisime e orrori che sarebbe assurdo il contrario.
Cosa conta? Trovare qualcuno che ci permetta di metabolizzarli nel migliore dei modi. Perchè alla fine dei giri di giostra, l'unico scopo di tutta questa spasmodica ricerca "d'amore" che ci stressa tutti, è solo uno: incontrare se stessi nell'incontro con l'altro!

Ovviamente, non vi svelo nulla di più delle mie impressioni perchè non vorrei mai che qualcuno interessato ai romanzi, possa venire privato della loro scoperta, tuttavia posso senza dubbio affermare che si tratta di un libro leggero per tutte le età, che ironizza con criticità sul mondo del fetish, sebbene tra le righe nasconda una storia tutta cuore.
Pertanto se siete persone curiose di sapere e senza pregiudizi, beh, ve lo consiglio proprio!
E se vi rimanesse tempo per una rielaborazione, allora non perdetevi neanche "Cinquanta sbavature di Gigio": la parodia italiana in uscita il prossimo 28 agosto. Io ne ho già prenotata una copia ;)
Buona lettura bardottini!!!