venerdì 24 agosto 2012

Lasciarsi: l'inutile pesantezza del partecipare.

Lasciarsi, a quanto mi dicono, significa appunto questo: lasciarsi. E’ dura, ma è chiaro: niente più chiacchiere, niente più incontri, niente più carezze… tieni le mani a posto! E’ finita. La metà di quelli che conosco, dopo essersi lasciati, traslocano, e per me non fa una piega. Di nuovo, per lo più noi donne lo sappiamo già: non si dovrebbe andare a letto con il ragazzo che la settimana prima ci ha spezzato il cuore. Bene. E allora che cosa facciamo? Come riempiamo il tempo libero, se non provando a riconquistarlo (tentando, nel frattempo, di convincere le nostre amiche che in realtà non è quello il nostro obiettivo)? 

Bene. La prossima volta che mi ritroverò in una situazione del genere piangerò. Resterò a letto con una scatola di kleenex. Se riuscirò a raccogliere le forze, andrò in palestra. Chiamerò tutti i miei amici per ammorbarli con i miei lamenti. Dormirò all’infinito. Poi piangerò un altro po’. Andrò più spesso dallo psicoterapeuta. Mi comprerò un cucciolo. E farò tutto quello che bisogna fare per riuscire, alla fine, ad andare avanti.
Tratto da: La verità è che non gli piaci abbastanza (He’s Just Not That into You), 2009, Ken Kwapis.

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