
La proposta è quella di recuperare un contatto permanente con il
mondo, anche a questo livello. Il piede riesce a sentire quello che
occhio e orecchio non sono in grado di percepire: si sente il calore, la
consistenza del terreno e riassaporando questo atavico strumento del senso, si reimpara a
sentire il morbido, il duro, il caldo, il fresco. Sensazioni cui non
siamo più abituati. Perchè l'uso
indiscriminato delle scarpe ci toglie qualcosa. E' come mettersi i tappi alle orecchie.
Certo, è dura liberarsi delle scarpe...ovviamente non dico di non usarle mai, ma di usarle quando effettivamente ne
abbiamo bisogno. Usarle come usiamo i guanti: quando
servono si usano, quando non servono, si può andare scalzi. In tante occasioni infatti le scarpe sono perfettamente inutili.
Da
bambina vivevo scalza d'estate e anche d'inverno, dopo la scuola, non vedevo l'ora di tornare a casa per "liberare i piedini". Mi sentivo bene. Da
quasi adulta mi sono detta: perché mai non posso recuperare questa abitudine?
Che cosa me lo impedisce? Si vociferava dei rischi, dei pericoli. Così
mi sono informata: non ci sono rischi a livello igienico. I vetri? Si
vedono e si evitano.
Dobbiamo solo recuperare consapevolezza di essere
dotati di piedi.
Ci sono peraltro anche dei benefici fisici: si riduce il dolore alla
schiena, la postura è migliorata. Tutto il nostro corpo ne trae
beneficio. E poi andare scalzi vuol dire essere collegati alla terra e a
qualsiasi altro scalzo che c'è sulla terra. E' una forma di unione. E
anche di rispetto verso ciò che ci circonda: a piedi nudi siamo portati a
riflettere su quanto calpestiamo.
