domenica 26 febbraio 2012

Hysteria: La "stimolante" invenzione del vibratore.

Prima che Freud inventasse la psicoanalisi, in una Inghilterra agitata da rivendicazioni femminili, una piccola ma lungimirante invenzione di un giovane medico londinese contribuisce a sgretolare il muro dei pregiudizi sul mondo femminile. In particolare, tra i più incidenti, l'Hysteria che veniva utilizzato in modo esagerato e spesso superficiale per classificare malesseri come la malinconia, l’aggressività, l’esuberanza e l’angoscia. Malattia rivelatasi poi inesistente, costringeva numerose donne a vivere rinchiuse in manicomi o mutilate, private del loro utero, creduto la causa di tutti i mali e della irrequietezza che ne derivava.
Sono in pochi però a sapere che negli anni Ottanta dell’Ottocento in Inghilterra, alcuni medici più evoluti la curavano praticando massaggi pelvici molto apprezzati dalle pazienti di ogni età. Ora, con Hysteria diretto dall'americana Tanya Wexler, questa bizzarra terapia diverrà di pubblico dominio, insieme alla storia della nascita del vibratore, inventato quasi per caso da un giovane medico londinese Mortimer e da un suo ricco amico appassionato della neonata scienza elettrica.
Intimamente britannico, nello stile, nei ritmi e nei toni della scrittura - e soprattutto per la pudicizia tra l'elegante e il rigido con cui tratta i temi del sesso -
Hysteria non ha alcuna velleità provocatoria o eversiva, e si limita a strizzare l'occhio allo spettatore con battute e situazioni che non rischiano di turbare nemmeno gli spettatori più giovani. Rimarranno infatti delusi coloro che sperano nei risvolti più pruriginosi che uno spunto del genere potrebbe garantire, visto che la sua reale declinazione va tutta nella direzione del pamphlet femminista da un lato e della più tradizionale commedia romantica dall'altro.  
Sintomatico di tale caratteristica del film è peraltro il personaggio femminile di Charlotte, protagonista "alla pari" del medico timido e appassionato. L'interprete è una sempre brava Maggie Gyllenhaal, la quale non ha nulla a che fare con gli aspetti erotici che porteranno all'ideazione del più venduto sex toy di sempre: il JOLLY MOLLY.
Charlotte infatti, che è una suffragetta in conflitto con il padre conservatore e snob, è l’elemento (in più di un senso) imprevedibile che confonderà il giovane dottore che ha il volto di Hugh Dancy, fino a fargli scoprire di aver messo inizialmente gli occhi sulla sorella sbagliata, di aver perso dietro al denaro e alla fama quel senso missionario della sua professione che racconta l’incipit del film e di aver sempre ignorato tanti aspetti del mondo delle donne, come funzionino davvero e cosa realmente desiderino.
In lei si sintetizzano quindi le ambizioni di ritratto socio-politico, così come la voglia di normalizzare la presunta anticonvenzionalità del tema centrale sfumandolo nei canoni di un genere rassicurante.
Fortemente appoggiato sulla recitazione dei suoi interpreti (e, in questo senso,
Jonathan Pryce e Rupert Everett sono delle garanzie) e sulla scrittura di Stephen e Jonah Lisa Dyer, Hysteria fa a tratti sorridere e conta nel complesso su un ritmo abbastanza vivace: è una storia irriverente, esilarante e sorprendentemente moderna. 
Conferma tutto il fascino dei classici film in costume ambientati in epoca vittoriana, ma con qualcosa di più che si impone all’attenzione; non si tratta solo di una spassosa commedia: Hysteria è una storia d’amore e un viaggio in una storia nascosta, un’esplorazione della passione femminile e una celebrazione dello spirito pionieristico che da sempre ha alimentato il progresso umano.

sabato 25 febbraio 2012

UEFA 2012 - L'olocausto ucraino

In Ucraina ormai da anni sta andando avanti un vero e proprio eccidio di massa ai danni di cani randagi, inermi di fronte alla cattiveria umana e al menefreghismo di autorità nazionali ed europee.
A causa dell'evento UEFA 2012, per il quale è stata richiesta la "pulizia delle strade", migliaia e migliaia di cani senza padrone sono stati decretati dal governo nazionale ucraino obiettivo principale da distruggere ed eliminare. Chiunque è autorizzato a sparare a freddo su questi esseri viventi incolpevoli della loro situazione di nascita e molti hanno colto la palla al balzo azionandosi comodamente dalla poltrona di casa, sparando come nulla fosse dalla finestra o dal balcone del proprio appartamento. 
Come se non bastasse, sono stati creati dei veri e propri forni crematori mobili che girano per le strade della città, che caricano su gli animali randagi che trovano e bruciandoli come fossero cartacce che deturpano il panorama.
E' una vera vergogna e mi fa schifo e rabbia pensare che nessuno di quelli che ha il potere stia facendo nulla per bloccare e fermare questa situazione. 
Mi fa schifo pensare quanto la banalità del male non susciti più reazioni nell'animo di chi riceve queste notizie, del noncuranza con cui gli stessi cittadini ucraini stiano affrontando la questione e di come migliaia di vite siano sacrificate per un minchiosissimo EURO 2012 che dovrebbe, in quanto competizione sportiva, unire gli uomini e sottolinearne la loro umanità, non dividere e creare un genocidio di massa. 
Io spero vivamente che qualcuno intervenga e che, impossibile salvare le vite di quei cuccioli che son già passati a miglior vita, blocchi per non aumentare il numero di vittime del massacro. 
SVEGLIATEVI! AGITE! BOICOTTATE QUESTO SCEMPIO!

Gli animali tutti sono la ricchezza del nostro mondo, sono l'anima buona del nostro pianeta e meriterebbero la più alta considerazione possibile. Spesso invece sono rinchiusi in gabbie, in zoo, maltrattati al circo, uccisi per mero divertimento o per lo sfoggio modaiolo di qualche insensibile menefreghista. Assassinati a sangue freddo e pestati, calpestati, dimenticati. 
Ma è l'uomo il vero MOSTRO, è l'uomo capace di abominio, assassinio e sterminio. 
E i cani, tra tutti gli animali, sono quelli che ne pagano di più le conseguenze, immeritatamente perchè, se a qualcuno ancora fosse ignoto:
- I cani non si vergognano mai di dimostrare il loro affetto di fronte agli altri.
- Sentono veramente la vostra mancanza, quando non ci siete.
- Si sentono sinceramente in colpa quando vi fanno arrabbiare.
- Non fanno finta di non essere gelosi.
- Sono ansiosi di uscire con voi alla sera.
- Mangiano qualsiasi cosa gli mettiate davanti, senza lamentarsi.
- Corrono sempre a prendere e riportare quello che voi gli lanciate.
- Stanno ad ascoltarvi a bocca aperta e con la lingua a penzoloni quando avete qualcosa da dire.
- Ignorano completamente il gioco del calcio e le moviole.

- Apprezzano qualsiasi regalo che comperiate per loro.
- Sanno benissimo quando un "no" è un "no".
- Se tentano di sbaciucchiarvi, è perché vi vogliono davvero bene.

mercoledì 22 febbraio 2012

La kryptonite nella borsa - Un debutto promettente!


Al suo esordio come regista, Ivan Cotroneo con "La kryptonite nella borsa" conduce gli spettatori in una dimensione dove la Napoli degli anni '70 diventa una città dall'atmosfera visiva e sonora godibile e brillante. Sono gli anni dell'emancipazione, del riscatto femminile e dei giovani e attraverso gli occhi inguajati di un bambino, la storia segue una evoluzione tutta particolare, carica di eventi che pur toccando il tragico si scoprono in fondo vincenti sul mondo.
Il linguaggio è semplice, leggero, divertente, pieno di una potenza caricaturale tipica delle zone del sud e che esprime una forza dialettica oltre misura simbolica. Piacevolissima. Il film osserva con rispetto e sensibilità ogni personaggio alla ricerca di una propria collocazione e di un proprio equilibrio nella vita, senza perdere però quello spirito leggero e soprattutto d'amore per la condivisione fra esseri umani che si realizza, nel bene e nel male, all’interno di una famiglia forte della propria estrazione popolare. Anzi è proprio questa popolarità a dare ai personaggi quel giusto equilibrio, quella combinazione di intensità drammatica e bizzarria, che li rende gustosi e interessanti per lo spettatore.
Bella la fotografia di Luca Bigazzi, la colonna sonora pop al punto giusto e l'intepretazione di un cast eccezionale. Valeria Golino, Luca Zingaretti, Libero de Rienzo sono solo alcuni degli attori che vestono i panni di questi personaggi dal fascino tutto meridionale. 
Insomma, il debutto di Cotroneo, autore peraltro del libro da cui il film è tratto, sembra davvero promettente!

domenica 19 febbraio 2012

Il 62° Festival della monnezza italiana!!!

Ieri, sabato 18 Febbraio, si è tenuto l'ultimo appuntamento con quello che ancora viene chiamato (a torto) "Festival della Canzone Italiana". Finalmente!
A torto, perché dire che a Sanremo si ascolti ancora buona musica italiana è un vero e proprio abominio e insulto nei confronti di chi della musica invece ne fa vera compagna di vita.
L'ambadaran del festival infatti non si sconfessa: dalle papere sul palco alle megapuntate costellate di pubblicità a gogò, fino alla valletta che non sa parlare l'italiano e non capisce nulla di quel che succede e che è stata scelta solo perché superbona. Insomma Sanremo come l'Olimpo del trash mediatico. 
Per carità, che una sia scelta perchè di bella presenza non può certo essere una colpa, però, buon Dio, in un contesto in cui è dato per presupposto che devi comprendere quel che ti succede intorno perchè non sei su di un set fotografico o su una mera passerella, sentir dire ad una cosiddetta gnocca "Davvero molto divertente quello che hai detto! Ma non ho capito niente." la dice lunga su come in questo paese ogni singola manifestazione, che sia televisiva, culturale, politica, debba sempre ridursi al ridicolo. L'espressione di Siani che accoglieva quel commento poi la dice ancora più lunga sul come chi davvero merita sia stanco di queste buffonate. Ma andiamo avanti. Io non sono mai stata una fan di Sanremo. Anzi, i miei genitori ricordano bene che da bambina cercavo in tutti i modi di sabotarne la messa in onda tra le pareti domestiche. Sarà che Pippo Baudo l'ho sempre detestato, a pelle proprio. Sarà che la musica, quella vera, non si nutre di questi assurdi giochetti inutili in cui il vincitore chissà perchè è sempre uno di quelli con le canzoni più brutte. Sarà che da sempre Sanremo ha nascosto dietro l'intento di vetrina della musica, quello di "fare spettacolo" e purtroppo aggiungo "di fare spettacolo ad ogni costo"!
In Italia abbiamo migliaia di cantanti e gruppi validi che attendono solo di essere lanciati, e tanti compositori geniali... eppure, sul palco della Città dei Fiori si son visti e sentiti i soliti numeri banali, vecchi, rimasticati. Certe canzoni erano completamente prive di testo, dalla musicalità classica della canzoncina commerciale che "deve spaccare tra i giovinetti!" Il rimprovero maggiore pertanto è proprio per i responsabili della parte musicale che dal punto di vista artistico hanno (concedetemi il termine) scagazzato alla grande. Quelli che davvero meritavano di essere ascoltati e che hanno dimostrato di capirci qualcosa di musica hanno fatto la fine del pesce rosso. Un esempio? Chiara Civello, eliminata (nonostante il merito) per aver avuto la sfortuna di duettare con due vere e proprie scartine!
Probabilmente la RAI si sente - o crede di essere - schiava degli indici d'ascolto, e dunque vincolata (subalternativamente) a Mediaset, ove, con l'impiego di bassissimo Q.I., vengono realizzati grandi risultati. ("Grandi" nel senso di prettamente numerico, ovvio). 
Mi pare di vederli i responsabili del nostro "servizio pubblico" televisivo, seduti intorno a un tavolo, che discutono dei successi di "quelli dell'altra parte" e che si dicono a vicenda: 
- Se la gente è ignorante e vuole solo monnezza, diamogli monnezza! 
Perfino i Matia Bazar sono stati eliminati; eppure, la loro era una delle canzoni più "sanremesi" in assoluto (e assai orecchiabile) per non parlare della voce di Silvia Mezzanotte che è una delle voci più straordinarie d'Italia. Così come l'emergente Noemi, che non sarà certo al livello di altre cantanti italiane del nostro panorama musicale passato e presente, ma ha dimostrato di essere una brava interprete di un buon testo scritto da Moro (Fabrizio, non Aldo) e che di sicuro non meritava il terzo posto, almeno non dopo Emma, ridicola parodia della cantante che ha giusto il merito di essere stata capace di resistere dopo il programma della DeFilippi, grazie anche a tutti i new-adolescenti che seguono la corrente. Ma in fondo, ormai si è capito, Sanremo è una delle tante ed ennesime vergogne del nostro paese. Un paese che ha rinunciato al coraggio e alla inventiva, alla scoperta dei talenti e delle creatività oltre che alla capacità di presentare i talenti. Perchè di un Gianni Morandi che non riesce minimamente a riempire gli spazi tra un pezzo e l'altro, e che è capace solo di commenti per nulla originali ed espressivi nell'interazione con gli artisti "veri o presunti" che hanno calpestato il palco, se ne può senza dubbio fare a meno. 

Alla fine della giostra, i grandi problemi in un paese dove ancora regnano escrementi umani come Berlusconi e Capitan Schettino, sono se Celentano abbia o meno fatto bene il suo sermone (che a mio avviso peraltro era evitabilissimo) e se Belen avesse perduto le mutande in uno dei camerini dell"Ariston o se le avesse portate via il bruco della farfalla che porta in grembo! 

domenica 12 febbraio 2012

Quando Facebook diventa Becchinobook...

facebook-morte-necrobookE' ufficiale. La nuova era tecnologica dei social network sta decisamente provocando una mutazione genetica e delle abitudini. Ormai la morte di un personaggio famoso non si attende. Bisogna annunciarla. E i becchini di facebook lo fanno per mestiere.

Ci sono i becchini-lampo: quelli che hanno beccato la notizia guardando la tv o navigando su un sito di informazioni in tempo reale. Si gettano a capofitto su facebook per essere i primi a dare la novella, credendo di ricavarne l'effimera gloria di aver battuto la propria cerchia di amici. In breve tempo i becchini-lampo vengono sopraffatti dai becchini-sul-pezzo. I becchini-sul-pezzo sono l'evoluzione dei precedenti. Non vanno subito su facebook a dare la notizia perché prima vogliono leggere un paio di articoli ed approfondire la questione. Desiderano, come i primi, far rimbalzare la notizia, ma l'arricchiscono con un minimo di informazione in più. Esempio:
"E' morto XXXXX YYYYYYYY" (becchino lampo)
"E' morto XXXXX YYYYYYYY , è andato fuoristrada mentre tornava a casa" (becchino sul pezzo)
A questo punto la notizia è già diffusa, in TV ne cominciano a parlare, e viene a galla la necessità di far vedere di essere scioccati. Il problema è che su facebook è ancora troppo presto per piangere perché non è ancora matura l'onda emotiva. Si affacciano timidamente i becchini-sentenziosi. Quelli che pubblicano una foto del personaggio scomparso accompagnata da una frase concisa ma emotivamente pregna.
"Ciao XXXXX, riposa in pace"
"Addio XXXXX, ci mancherai"
"E' morto XXXXX, nessuno come lui"
In brevissimo tempo facebook si riempie di emotività ed anche i più timidi, ossia quelli che aspettavano che si commuovessero tutti prima di addolorarsi in prima persona, scendono in campo per dire la loro. Ne consegue un'epica lotta all'ultimo sangue in cui si abusa di sentimenti in offerta 3x2, frasi fatte e citazioni terrificanti. Il terreno è pronto per i becchini-addolorati. Ovvero, coloro che scrivono cose agghiaccianti tirando in ballo angeli, fiori e paradisi.
"Gli angeli in cielo..."
"è stato strappato il fiore più bello..."
"dal Paradiso ci starai guardando e starai dicendo... (+frase del cribbio)"

È il momento più duro per frequentare facebook perché si accavallano una serie di poeti in erba che farebbero andare in depressione anche DJ Francesco. Il culmine si raggiunge quando i produttori di link professionali, sfruttando l'ondata emotiva, sono costretti a pensare per la prima volta una frase con la loro testa senza poterla scopiazzare da qualche autore classico. Ne derivano sgrammaticature urticanti che però tutti i sottoscrittori compulsivi condividono istantaneamente:
"Oggi moriva XXXXX, i suoi performans ci anno insegnato a vivere la vita con pienutidine"
Ultimi in ordine cronologico, ma possibilmente tra i peggiori in assoluto, arrivano i becchini-citazionisti, ovvero coloro che non avendo partecipato pienamente al rimbalzo della notizia desiderano evidenziarsi incollando una frase epica attribuita allo scomparso. Appaiono così frasi che nessuno conosceva ma che tutti, appena lette, sono pronti a diffondere senza minimamente preoccuparsi di verificarle. "fate questo in memoria di me" (il morto del giorno)

Nei commenti appaiono puntuali:
"sarai nella memoria di tutti"
"era un grande, ci mancherà"
"ha vissuto la vita fino all'ultimo secondo" (strano pensavo avesse vissuto anche 5 minuti dopo...)
"sarai sempre nei nostri cuori"
Ecco... "sarai sempre nei nostri cuori"... un must.
Nessuno scrive "sarai sempre nel MIO cuore". No! Casomai nei NOSTRI cuori. Il becchino addolorato di facebook non si emoziona se non in condivisione. Non può scrivere che lui è addolorato, deve sentirsi parte di un gruppo di addolorati ed in tal caso lotta fino allo stremo per dimostrare che è il più addolorato di tutti. Se non ci fosse facebook direbbe "chi cazzo è morto???" ma in bacheca è affranto, disperato, inconsolabile... purché in sharing.

Chiudendo la saracinesca del dolore troviamo i becchini-polemici, ossia quelli che non hanno partecipato con trasporto alla diarrea emotiva ma sentono comunque il bisogno di onorare la morte del mito del giorno segnalando, sottolineando, analizzando e polemizzando sulle cause della morte e sulle colpe di qualcuno che "deve prendersi le sue responsabilità". Esempio:
"Muore XXXXX andando a frantumarsi contro una pianta ed il becchino-polemico se la prende con chi ha consentito di far crescere una pianta proprio lì, dove era ovvio rischiare la vita uscendo fuori strada a MACH 2."
Una deriva insopportabile del becchino-polemico è il becchino-complottista. Tale soggetto scopre dal filmato su youtube (compresso, a quadrettoni di 30x30 pixel) una rondella piegata in modo sospetto che probabilmente ha causato l'incidente, e così incomincia ad ipotizzare piani segreti che presto arrivano a toccare UFO, satanismo e cerchi nel grano.

Curioso infine Il becchino-snob, assai raro, potenzialmente tutti lo siamo, il problema è essere nel mood giusto al momento propizio. Egli è il parente del becchino-nichilista, ma a differenza di quest'ultimo, ha facebook.

La differenza specifica - per dirla con Aristotele - sta nel fatto che questo becchino non si commuove mai, egli è duro anche con se stesso e il suo moto è "meglio stronzi che ipocriti". Tuttavia, dal momento che è su facebook deve far sapere a tutti che non si è commosso. E il suo obbiettivo è deludere schematicamente la commozione altrui. Partono allora commenti del tipo
"guardate che XXXXX non era mica un santo, cosa cazzo lo piangete?"
la discussione che ne deriva mette in luce la sua cattiveria, e per non sembrare una persona insensibile il becchino-snob cade nel bisogno di giustificare la sua anti-commozione tirando fuori argomenti che coinvolgono povertà nel mondo e gli svantaggiati, diventando a questo punto un becchino-polemico o becchino di massa.

In rari casi il becchino-snob può diventare un becchino-alternativo, ricordando in modo addolorato un altro personaggio ai più sconosciuto, morto nello stesso giorno, ma il cui decesso è stato eclissato dal defunto mainstream. È molto probabile che il becchino-alternativo si comporti in tal modo per far vedere ai suoi pari quanto egli sia più giusto nel giudicare la gerarchia d'importanza che esiste tra i morti.

Impossibile, a questo punto, scordare i becchini-immagine. Ovvero coloro che sostituiscono la propria immagine profilo con la foto del morto di turno e che la tengono finché il loro bisogno di apparire non torna a galla o, in alternativa, finché non muore qualcun'altro.

Tempo 24 ore il dolore si sarà placato fino a scomparire del tutto. I becchini di ogni specie tornano a pubblicare video di gatti, canzoni di Jovanotti e citazioni di Ammaccabanane&Love.