Dizionario sentimentale di ogni palermitano!

"Me l'hai fatto a torroncino" : quando il comportamento di un individuo risulta talmente fastidioso da trasformare immediatamente le tue parti intime in un dolce tipico siciliano che facilmente si frantuma in piccolissimi pezzi. Tra le conseguenze, l'incolumità dell'individuo stesso che potrebbe essere a sua volta sbriciolato con la sola forza del nostro pensiero dopo di che assorbito dalla crosta terrestre fino a raggiungere il nucleo terrestre ed implodere con esso e tutto il suo peso specifico!

“Pari un quatro antico” : a individuo generalmente di sesso femminile che, nonostante il suo anno di nascita si avvicini al XXI secolo, si addobba esteriormente come se provenisse dal XII secolo. Collari elisabettiani, vesti di orli e pizzi dai colori improponibili (color ocra pergamena egiziana o grigio topo) e scarpe di nonna papera sono gli accessori più frequenti con cui si suole adornare. Spesso il trucco viene spalmato sul viso tipo ducotone così da dare la sensazione di avere avanti una statua di cera degna di Madame Thussaut e i capelli sono così voluminosamente cotonati da formare lateralmente alettoni pronti a farla decollare, se solo il sedere non avesse, spesso, forme tutt'altro che areodinamiche. La sua rigida andatura che viene spacciata per altezzosa e austera in realtà è metaforicamente dovuta ad oggetto casalingo oblungo, solitamente usato per togliere la polvere dai pavimenti, che attraversa verticalmente il suo organismo partendo dalla sua parte inferiore. Costei suole frequentare eventi mondani sfoggiando orgogliosamente il suo discutibile gusto estetico.

"Tronzo ri malafiura"
: qualcosa di inopportunamente detto o fatto da un individuo in una data circostanza e che lo rende agli occhi degli altri un torsolo di frutto in equilibrio precario. La conseguenza principale è l’infusione nell’individuo in questione dell’ardente desiderio di possedere la capacità di teletrasporto in qualsiasi altro luogo che non sia quello in cui in quel momento si trova. Tra questi luoghi, il più gettonato sembra essere il nucleo terrestre per potersi incenerire immediatamente o essere schiacciato dal suo peso specifico!

"Mi sentu pa priassa": quello stato d'animo che si ripercuote pesantemente sul fisico dopo una giornata particolarmente intensa e pesante ed in conseguenza della quale le proprie membra assumono il peso specifico del nucleo terrestre!
In genere le conseguenze sono impossibilita' di tenere le palpebre aperte e l'incapacita' di sollevare nemmeno il dito mignolo!

"Si 'cchiu cuinnutu d'una cascia 'i babbaluci!"
: Tale espressione viene usata in genere nei confronti di individuo che ti ha recato offesa con le sue azioni o parole e consiste nel paragonarlo ad animale viscido e strisciante (e quindi provocante già di per sé repulsione) facente parte della famiglia dei gasteropodi e possessore di notevoli corna in proporzione alla sua massa. Il riferimento alla peculiarità di codesto animale innesta intenzionalmente il dubbio sulla fedeltà del compagno/compagna di vita dell’individuo in questione. Il nucleo terrestre sta ancora tremando di ribrezzo all’idea e il suo peso specifico si è ridimensionato.

"Allallata": dicesi ad individuo il cui cervello è preposto a pensare a qualcosa di completamente diverso dall'attività che sta svolgendo in quel preciso momento portandolo ad un distacco dalla realtà che comporta conseguenze a volte anche mortali per se stessi e per chi gli sta attorno. Esempi innumeroveli: preparare la caffettiera per l'indomani mattina alle 3 di notte e lasciarla accesa, scambiare il 15 con il 17 e perdere l'aereo... cosa mangio stasera? tortellini o petti di pollo? cercare di aprire con la propria chiave la macchina di altro individuo quasi scassinadola convinti che è la propria chiave ad essere rotta!...

"Lagnusia": forma di parassita che vive in simbiosi con il nostro organismo e ci trasforma in creature senza volontà tipo l'invasione degli ultracorpi. L'individuo "lagnuso" sopravvive solo grazie all'unico istinto di stendere le proprie membra in un qualsiasi componente d'arredo di casa morbido ed accogliente. Gli unici altri bisogni primari che tende a soddisfare sono quelli di tipo alimentare e fisiologico.
Nello stadio più avanzato, cioè quando "a lagnusia ti mancia vivu", nemmeno i bisogni primari riescono a distrarre dal proprio istinto il soggetto colpitone così che l'individuo in questione entri in simbiosi con gli arredi di casa fondendosi con essi.

"Va sucati un pruno":
dicesi quando si vuole invitare subdolamente altro individuo a svolgere attività a prima vista godereccia, come suggere un tipico frutto siciliano dal colore violaceo, celando in realtà l'oscura volontà di sfruttarne la tipica proprietà di generare sconvolgimenti intestinali dopo la sua ingestione. La conseguenza anelata e' quella di veder sparire dalla propria vista l'individuo in questione alla ricerca disperata della prima latrina disponibile. Può amplificare la propria soddisfazione se l'individuo si prolunga nella ricerca di tale soluzione per vederne aumentata la sofferenza.‎

"Va stoccati i ammi": quando si vuole invitare altro individuo che ti ha recato immenso fastidio a recarsi danno da solo lesionandosi gli arti inferiori in qualsivoglia maniera. In genere questo augurio malevolo viene accompagnato da gestualità come afferrare il gomito dell’individuo in questione per dargli miglior slancio nell’attuare tale impresa. Una spintarella gliela darebbe volentieri anche il nucleo terrestre con il suo peso specifico.

"Cu cu ti unci:
dicesi per esprimere il proprio disappunto nei confronti di persona a te vicina riguardo agli individui con cui suole accompagnarsi nel suo tempo libero. Si può dar enfasi a tale biasimo aggiungendo l’espressione che accentua il proprio disprezzo su tali individui paragonati a scarti fruttiferi caduti dall'albero e ormai indigesti che non raccoglieresti nemmeno in tempo di carestia.

"Mi staiu lanzannu": reazione a qualcosa o qualcuno di nauseante che provoca sconvolgimenti gastrici che tendono a risalire pericolosamente. Tale reazione si può ottenere quando si è “pigghiati ra botta”. Nota Bene: quando senti questa espressione, tenersi assolutamente alla larga da tale individuo per evitare conseguenze spiacevoli.

"Va sgangati i coinna": quasi sinonimo di “va stoccati i ammi”, invito ad altro individuo di provvedere al più presto a dare autonomamente una testata a qualsiasi superficie abbastanza solida da provocargli danno permanente nella parte superiore del corpo dove generalmente crescono paia di escrescenze ossee conseguenza di infedeltà del/la proprio/a compagno/a.

"Ziccusu": individuo eccessivamente pignolo che, proprio come le zecche, quando ti fa notare ogni tua piccolissima imprecisione, si attacca con la sua vocina stridula nell’altrui cervello finché non gli fa riconoscere l’errore come madornale alla presenza di un certo numero di persone (il massimo per lui sarebbe se fosse presente anche la stampa). La conseguenza anelata è quella di poter schiacciare con due dita tale individuo proprio come la zecca, senza però conseguenze penali.

"Abbanniare": azione esercitata vocalmente da individuo abbastanza agitato che tenta di esporre il suo disappunto riguardo ad un argomento a causa della rabbia concitata che suscita il tema discusso. L'espressione vocale subisce una modulazione o modificazione tale da farlo esprimere con suoni gutturali assomiglianti al verso di un canide che guaisce senza riuscire più a distinguere le singole parole.

"Ti tagghiu a facci": espressione di difesa quando maschio palermitano, appartenente alla creme de la creme della società, si sente leso metaforicamente nella sua persona (esempio: gli e' stato appioppato epitaffio di "cuinnutu" adducendo sospetti sulla fedeltà della sua compagna) e reagisce minacciando l'individuo offensivo di lederlo "fisicamente" sfigurando il suo volto con strumento molto tagliente. Questa espressione viene accompagnata da gestualità che consiste nel segnare virtualmente un solco lungo la guancia destra tramite indice della mano. Questa gestualità virtuale può trasformarsi in azione reale se l'altro individuo continua a perpetrare atteggiamento offensivo sfociando successivamente in "aggaddo".

"Tampasiari":
attività in uso tra i giovani siciliani che decidono di trascorre il loro tempo libero andando in giro per la città senza alcuna meta. In particolare, il sabato sera verso le 23, individui che non si conoscono tra loro decidono di concentrarsi tutti nell'asse Politeama/Massimo per trascorrere la serata all'interno dei loro mezzi di locomozione in mezzo al traffico con i finestrini tutti abbassati anche in inverno, facendo a gara con il vicino a chi ha lo stereo con gli amplificatori più potenti. Tali individui amano allietare i timpani e far tremare vetri e muri anche di chi abita nei palazzi limitrofi sparando a tutto volume la leggiadra e rilassante musica di Satoshi Tomiie.

"Ora scippi legnate!": "velato monito" rivolto ad individuo che perpetua atteggiamento consapevolmente fastidioso da provocare all'individuo infastidito un irrefrenabile prurito alle mani che lo porta inevitabilmente a percuoterlo ripetutamente con qualsiasi oggetto che possa recargli danno fisico tale da impedirgli di continuare.
Se l'individuo fastidioso decide comunque di insistere con il suo atteggiamento nonostante le ossa rotte, a ben ragione invita l'altro a "Rarici u riastu".

"A me casa si tuppulia chi peri"
: dicesi a persona che solitamente si presenta ad invito a cena a mani vuote. A Palermo, è davvero indecoroso presentarsi "panza e prisianza" ossia senza nulla e quindi tale espressione indica che l'ospite che si accinge a bussare alla porta di colui che lo ha invitato, deve avere le braccia così piene di doni da non avere altro modo per bussare se non quello di usare i propri piedi. Ad oggi l'ospite siciliano medio si riconosce inequivocabilmente da quest'ultimo tipo di tuppuliata, facendo di questo detto un vero e proprio modus vivendi.

"Fimmina che annaca l’anca o è buttana o picca ci manca":
riferito a individuo di genere femminile la cui andatura è caratterizzata da dondolamento eccessivo dei fianchi, il più delle volte causato da tacchi a spillo vertiginosissimi e minigonne ascellari. Tale movimento ondulatorio è un evidente richiamo sessuale nei confronti di qualsiasi maschio (siculo e non) il quale rimane inevitabilmente ipnotizzato e se non le rivolge almeno una parola (tipo: “ci possiamo conoscere?”) non riesce a levarsi dalla testa tale immagine. Il passaggio da “profumiera” a meretrice è veramente breve e dipende da come risponde al maschio che ha attirato alla sua rete.

"Profumiera":
individuo di genere femminile che rilascia feromoni al suo passaggio rilevabili solo dall'olfatto maschile. Tale odore, oltre il fatto che lei diniega i suoi favori come se le sue parti intime fossero un bene prezioso custodito a chiave con doppia mandata in un forziere gettato in un fondale marino, porta il masculo alla totale insania tale da modificargli la percezione visiva della realtà e a nichilizzare i suoi parametri obiettivi di belta'. Così che il masculo, in preda alla malia della profumiera, qualsiasi sia il suo aspetto reale, "un si po' dari paci" finche' non riesce a scovare quel dannato forziere...

"Panza Lienta":
Appellativo ad individuo che, dopo essere venuto a conoscenza di una confidenza intima che naturalmente non lo riguarda direttamente, questa riesce a permanere custodita nel suo animo (generalmente risiedente nello stomaco) per circa 5 secondi, il tempo di incontrare qualsiasi altro individuo passante a cui comunicarla.

"Aviri u scimunitu ‘nta panza" sinonimo di “aviri u babbiu” o “sivu”:
virus epidemico di origine ancora sconosciuto che provoca all’individuo contagiato uno stato di euforia assolutamente irrazionale. Tale virus attacca lo stomaco provocando un forte ed irrefrenabile solletico che risale sino ad intaccare le corde vocali che esplodono in risate convulse. Tale stato euforico può permanere nell’individuo contaminato anche per ore facendolo reagire a qualsiasi minchiata detta o fatta. L’individuo in questione può dirsi temporaneamente insano di mente e si consiglia vivamente di non affrontare alcun argomento serio con questi.

“Si un pezz ‘i fangu”: rivolto ad individuo dalla dubbia moralità uso a compiere azioni così spregevoli da far ritenere che l’habitat più adatto dove dovrebbe vivere e prolificare sia un pantano poiché la sua natura viscida può trovarsi a suo agio solo con la pottiglia a lui similare di cui è composto l’ambiente sopracitato. Purtroppo tali individui, così come il fango, li trovi ovunque e non solo nel pantano.

“Si na niagghia”: rivolto ad individuo assolutamente incapace di compiere alcuna azione benché elementare. A causa della sua inadeguatezza in ogni situazione, lo si paragona ad oggetto di nessuna utilità che occupa solo spazio. Tali oggetti, così come tali individui, esistono senza alcun motivo con la differenza che gli oggetti a volte possono avere un uso ornamentale.

"Chi ci talii? Avanzi piccioli?": Domanda lecita rivolta a individuo che insistentemente volge il suo sguardo verso la tua persona e l'unico freno alla propria voglia di staccargli la testa a morsi e' il dubbio che si e' instillato nel nostro cervello che tale insistenza, che sta seriamente mettendo a repentaglio la sua vita, abbia origine dal mancato assolvimento di un debito monetario nei suoi confronti.

"Va caca o scuru": invito ad individuo che ha l’abitudine di infastidire gli zebedei altrui, di andare a svolgere attività per il mondo più proficua, come concimare il terreno, possibilmente in luogo oscuro in modo tale che l’attività gli risulti più impegnativa e lo tenga lontano dai nostri zebedei il più a lungo possibile.

"Agneddu e sucu e finiu vattiu": Espressione che indica la vera concezione che il siculo ha dei grandi eventi sacrali, ovvero mangiare e mangiare e mangiare.
Infatti per il siculo la bellezza di una cerimonia viene valutata non dalla funzione religiosa ma dalla quantità e qualità del cibo che viene distribuito al banchetto. La preparazione a tale evento (il banchetto) diventa realmente un rito che viene vissuto dall'inizio alla fine come se fosse l'ultimo pasto concessogli.
La durata media di un banchetto da cerimonia e' di circa 5/6 ore per dare la possibilità di digerire tra una portata e l'altra.
Gli effetti di tale evento sono devastanti per la salute e si consiglia di non sottoporsi ad esami del sangue il giorno dopo.

"Sbutriato": baccanale che mangia una quantità di cibo che potrebbe saziare un'orda di unni, senza alcun ritegno nei modi, senza dare limiti alla capienza dello stomaco e con rutto libero indispensabile per la sopravvivenza. Generalmente il gusto di ciò che si e' riusciti ad ingurgitare durante il pasto si riproporrà per l'intera settimana successiva.

"Pimmia pò fari i filinia": dicesi ad individuo che attende una risposta o reazione da parte nostra suggerendogli piuttosto di dedicarsi ad attività ricreativa come intessere sottili fili di materiale aracnideo il cui prodotto artistico finale potrebbe dare maggiori soddisfazioni alle sue aspettative di replica.

"Cionnami"
: detto da individuo di genere femminile affetto da caldane giovanili che la spingono a desiderare anche il solo contatto delle unghie sul proprio corpo di qualsiasi essere respirante maschile. In genere si presenta vestita di lembi di stoffa che mirano a coprire l'indispensabile (e a volte nemmeno quello), una maschera disegnata direttamente sul viso tramite matite e polverine magiche che le cambiano i connotati, e tacchi a spillo che le donano le movenze di un terminator in procinto di uccidere.

"Minestra arriquariata": argomento riproposto fastidiosamente dalla mattina alla sera la cui sostanza insipida rimane la stessa. Tale situazione è maggiormente sgradevole perché riesuma ricordi traumatici infantili di quando le proprie mamme ci propinavano durante il pasto serale la stessa minestra riscaldata del pranzo ma con tre chili di formaggio sopra, spacciandola per una pietanza nuova e prelibata. (Fig.) : Relazione amorosa interrotta e ripresa svariate volte che è destinata a fare la stessa fine funesta delle volte precedenti.

"Malaminnitta":
dicesi della fine che fa un oggetto/pietanza che l' individuo palermitano utilizza (in caso di oggetto) pur non essendone all'altezza (vedere la voce ESSERE UNA CATAPRASIMA) o prepara (in caso di alimento) ben olte la misura da lui umanamente consumabile. Tale precoce usurpamento dell'oggetto, o non consumo culinario, viene detto MINNITTA, da qui l'espressione "FARE MALA MINNITTA".

"Pirocchiu arrinusciutu":
Individuo dalle umili origini che ha scalato i gradini della scala sociale con mezzi a volte anche dubbi e la cui immagine adornata da ogni oggetto di lusso che un essere umano può indossare contemporaneamente, indicativo per lui dei suoi successi, infesta ogni giorno i rotocalchi e le tv con l'intento di far dimenticare i suoi natali. Tuttavia le modalità "raffinate" con cui si pone nei confronti del prossimo ce li fanno ricordare benissimo.

"Ora chiantatilla!!!": comando vocale con funzione auspicabile di spegnimento immediato indirizzato ad individuo che, dopo aver lungamente perpetrato un certo atteggiamento tediosamente insistente nei confronti di terzi, che peraltro gli si e' pure rivoltato contro, ha il coraggio di lagnarsi proprio con coloro a cui ha sgretolato irrimediabilmente il sistema nervoso (e non solo quello).

"Zu vasavasa": individuo molto socievole che esprime il suo affetto nei confronti dell'umanità, con cui vanta una parentela universale, con doppio sfregamento guancia a guancia e schiocco di labbra che simula il rumore del bacio. Tale individuo non fa alcuna distinzione di genere, razza e mestiere, uomo, donna, bambino, boss mafioso o serial killer, tutti sono degni della sua dimostrazione di affetto. Si sospetta che, per tale atteggiamento così socievole, oltre che i cannoli siiciliani gli piacciano anche certi "cannoni" giamaicani.

"U curtigghio": Mezzo di diffusione siculo di notizie assolutamente superflue che riguardano sempre faccende altrui. Funziona come il telefono senza fili o l’antico tam tam africano per cui la notizia finale arriva sempre accresciuta di particolari fantasiosi e succulenti che la trasformano in un grande evento. Il luogo dove si genera e si diffonde la notizie era anticamente il cortile che separava le case le une dalle altre, oggi sono le finestre e i balconi limitrofi.

"La stracchiola": Individuo di genere femminile che si annuncia, ancor prima di apparire, con un tono di voce ultrasonico e dialettico che fa arenare le balene in Islanda. Tale modulazione vocale ha la funzione di rendere partecipi tutti i vicini e i passanti della sua presenza nel mondo. La stracchiola è un’Icona delle borgate nel senso che si mostra sempre tipo santino a mezzobusto incorniciata dagli infissi delle finestre da cui elargisce le sue massime. Sempre in vestaglia e bigodini e malamente truccata. Tale mise allude ad una preparazione all’uscita di cui nessuno ha mai visto il risultato finale.

"Aggigghiare ru friddu":
sentire talmente freddo (a cui il siculo e' molto sensibile visto che se ne deve difendere solo nel mese di febbraio) da modificare geneticamente la peluria che lo ricopre (e ne ha molta) in germogli di tubero, facendogli assumere la forma di uno stegosauro con il ciclo.

"Manciarisilla squarata": reazione ad argomento il cui minimale interesse e coinvolgimento spinge l'ascoltatore siculo, abituato in genere ad alimenti supercalorici e straconditi, a preferire piuttosto la somministrazione di una "ghiottissima" minestra senza sale e stracotta il cui rumore durante la masticazione lo distrarrebbe da un attacco di noia istantaneo provocato dal superfluo tema sottopostogli.

"Fissiarsela": metodo siculo di vita adottato da individuo detto anche "il Fissiatore" che consiste nello svolgere qualsiasi attività a rallenty, dalle pulizie corporali che precedono una uscita a qualsiasi mansione lavorativa che implica fatica e sudore. Tale creatura e' convinta di avere il potere di fermare il tempo. In realtà alla vista altrui appare quasi immobile come una statua mentre il tempo per chi lo osserva scorre veloce ed inesorabile.

"Strurusu": individuo che prova una particolare goduria a sottolineare qualsiasi minima imperfezione invisibile all'occhio umano, sottoponendo le altrui parti intime a sfregamento con la carta vetrata senza alcun motivo realmente plausibile.

"Facciolo": nella mitologia urbana sicula e' una creatura bifronte come Giano ed e' fautore dei mutamenti improvvisi di idee, atteggiamenti e vessilli (in questo caso viene anche chiamato "cangia bannera") a seconda della persona che si trova davanti. I due volti di tale essere assumono espressioni l'una opposta all'altra: la faccia anteriore appare sempre sorridente e accondiscendente e quasi quasi si riesce a scorgergli un solco immaginario al suo centro che separa i due lati come fossero delle natiche, la faccia posteriore invece assume una espressione maligna rivelando quello che veramente pensa assumendo una forma oblunga con le orecchie che fungono da testicoli.

"'ngrasciato": individuo ricoperto di una patina opaca (detta "grascia") composta da elementi di dubbia origine lasciati a stagionare sulla pelle per un periodo così lungo che hanno fondato una città stato. Tali elementi rilasciano un disgustoso olezzo che ha la funzione di tenere lontano chiunque possa intralciare la loro sopravvivenza e possa mettere in pericolo il loro habitat.

"Il Portatore di Attasso": Sciamano siculo esperto in magia nera che suole elargire moniti non richiesti su situazioni altrui invocando forze al di sopra della nostra volontà e influenzando l’andamento del destino verso una direzione sempre tragicamente negativa. Poiché tale individuo riesce sempre nella sua impresa raggelando il suo interlocutore, i siculi, ogni volta che lo incontrano, istintivamente sono impossessati da altra forza in genere positiva che li spinge a toccarsi violentemente le parti basse sperando di poter deviare la direzione del destino in loro favore.

"L'Allazzato": Tipico autista siculo che suole attraversare i crocivi cittadini ad una rapidità tale da superare la velocità della luce. L’allazzato generalmente accompagna siffatta impresa con un suono di clacson così violento e prolungato da abbattere anche la barriera del suono aprendo in tal modo un varco al suo passaggio tra gli altri mezzi di locomozione e creando così nel traffico cittadino il classico "effetto Mosè".

"Chi nnicchi nnacchi": espressione dall’origine arcana (forse dal latino “nec hic nec hoc”, forse di provenienza aliena) che esprime dubbi sull’attinenza della risposta ad un quesito posto.
La risposta inopportuna suscita una reazione a livello neurologico mettendo in moto il cervello alla ricerca di una connessione con la domanda. Non trovandola, i poveri neurotrasmettitori siculi impazziscono e subiscono una crisi di identità (ho capito male io? Ho posto male la domanda?) e vengono mandati alla cieca verso le corde vocali manifestando, invece che un concetto logico, una espressione gutturale spiazzando l’interlocutore ed inducendolo a sospettare di non parlare lo stesso idioma.